[19/12/2008] Rifiuti

Cartiere, pulper e soluzioni vere... e presunte

LIVORNO. La provincia di Lucca assieme alla Regione ha organizzato una due giorni di convegno sui rifiuti dell´industria cartaria promossa per avviare un confronto sui problemi legati al trattamento dei residui dell´industria cartaria ed in particolare del pulper, cioè del residuo della prima lavorazione della carta da macero, e dello smaltimento dei fanghi prodotti dalla lavorazione.
«Il distretto cartario di Capannori – ha spiegato l´assessore regionale alla ricerca Baronti – è il più grande d´Italia, con circa 6000 addetti. E´ quindi un settore importante per l´economia lucchese e dell´intera regione. E´ per questo che da tempo si è posto il problema di intervenire per ridurre l´impatto delle attività industriali sull´ambiente. Fino ad oggi, però, una soluzione razionale non è stata trovata». O per meglio dire non è mai stata voluta.

La “soluzione razionale” proposta dalla Cartiera Lucchese di realizzare un impianto a biomasse per risolvere il problema dei fanghi di produzione, produrre acqua calda ed energia elettrica utili per la cartiera, ridurre il numero dei camion impegnati nel trasporto a distanza dei fanghi per essere smaltiti, ha però trovato da subito una profonda e diffusa ostilità tra la popolazione e gli enti locali.

Bollato come un inceneritore dannoso, il progetto è ora oggetto dell’inchiesta pubblica,indetta dalla Provincia e si legge sul sito «Sarà costituito un comitato tecnico competente per raccogliere i commenti e le osservazioni sul territorio. Del Comitato farà parte anche un esperto nominato dall’Assemblea di Inchiesta Pubblica».

Il problema resta quindi ancora tutto in piedi, dato che, come informa lo stesso assessore, ogni anno vengono prodotte nella zona circa 120 mila tonnellate di pulper, mentre sono 20 mila le tonnellate di fanghi che vengono prodotte solo nel depuratore di Casa del Lupo. Materiali che vanno per circa l’80% in discarica e il resto all’inceneritore di Brescia e che per il loro trasporto richiedono il transito di oltre 4000 camion, con conseguenti emissioni dannose per l´ambiente e problemi per la sicurezza.

«Le due giornate di studio – prosegue Baronti – serviranno a fare il punto sullo stato della ricerca e dell´offerta tecnologica nel settore dello smaltimento, a dare conto delle esperienze già avviate in altre realtà e a confrontare i risultati». L’offerta tecnologica cui fa riferimento l’assessore si scopre- oggi dal Tirreno- essere la torcia al plasma. Secondo gli imprenditori cartari, che lo hanno presentato invitando un’azienda spagnola che lo sta utilizzando, è questa infatti la soluzione per l’eliminazione degli scarti di produzione, che dovrebbe accogliere almeno 70mila delle 110mila tonnellate di pulper prodotto ogni anno nel distretto lucchese, che richiederebbe un investimento complessivo tra 60 e 70 milioni di euro.

La torcia la plasma è un impianto che tratta i rifiuti ad altissime temperature, in un ambiente confinato e senza presenza di ossigeno producendo da una parte un gas di sintesi, detto syngas, che una volta depurato può essere bruciato per produrre energia e, dall’altra scorie tendenzialmente inerti, da riutilizzare eventualmente o da smaltire in discarica. Una tecnologia utilizzata in genere per il trattamento di rifiuti altrimenti difficilmente trattabili perché contenenti sostanze pericolose, per cui sono giustificati anche gli alti costi. Ma che pensata per lo smaltimento di pulper di cartiera potrebbe risultare una soluzione molto al di sopra delle effettive necessità, un po’come dotarsi di un bazooka per sconfiggere le zanzare, per usare una immagine di colore.

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