[19/12/2008] Rifiuti

Amianto, presentato l´avanzamento dei progetti regionali di monitoraggio

LIVORNO. Lo stato di avanzamento dei progetti regionali di monitoraggio dell’amianto è stato presentato all’interno di una giornata d’informazione, promossa dalla Provincia di Firenze e dal Dipartimento provinciale Arpat. Il progetto, affidato ad Arpat dalla Regione Toscana, grazie ad un finanziamento del ministero dell’Ambiente, è finalizzato alla identificazione e alla individuazione geografica dei siti contenenti amianto presenti sul territorio toscano.

Iniziato nel luglio del 2006 ha preso in esame gli edifici pubblici o aperti al pubblico,  gli impianti industriali, i siti dimessi (sia in corso di bonifica sia quelli abbandonati), le cartiere e le industrie manifatturiere, i siti geotermici ; oltre alle aree in cui la presenza di amianto deriva da fattori del tutto naturali e ai siti di discarica per lo smaltimento finale o lo stoccaggio di materiali contenenti questo materiale.

L’amianto presente in almeno 300 diversi prodotti, può presentarsi in forma friabile o compatta a seconda se è possibile o meno sbriciolarlo con le mani ed è stato classificato dallo Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) come cancerogeno certo per l’uomo se assunto per via inalatoria. Applicando uno specifico algoritmo (che tiene conto della friabilità del materiale presente, dell’uso pubblico del sito, della sua accessibilità, della presenza di sconfinamento del minerale presente) i vari siti nei quali è stata registrata la presenza di amianto sono stati suddivisi in classi di pericolosità. Sulla base del punteggio è stato poi creato un data base georeferenziato per individuare con punteggio decrescente da 1 a 5 le priorità d’intervento.

In Toscana risultano 14 siti in classe 1; 209 in classe 2; 106 in classe 3; 389 in classe 4 e 441 in classe 5. Tra le schede inviate per il censimento agli enti pubblici, su 806 realtà positive alla presenza di amianto ne emergono 725 positivi alla presenza di amianto compatto e 81 all’amianto friabile. Nel comparto dei grandi impianti industriali su un totale di 339 positivi per la presenza dell’amianto, in 176 il minerale è presente in forma compatta e in 163 in forma friabile.

Il progetto prevede anche una valutazione della situazione relativa allo smaltimento e ai controlli effettuati dall’agenzia presso le aziende che trattano questi materiali, da cui risulta come si legge nell’intervento di Elisabetta Baldanzini e Manuela Belfiglio del Dipartimento Arpat di Firenze, che hanno curato questa parte, che le aziende che operano nel campo dell’amianto sono ben organizzate ma «rimane ancora aperto il problema dello smaltimento finale dei rifiuti in generale e di quelli contenenti amianto in particolare». Perché come rilevano le stesse Baldanzini e Belfiglio: «In Toscana non ci sono impianti autorizzati alla destinazione finale dei rifiuti contenenti amianto».

Un problema non da poco per permettere operatività nel settore della rimozione dai siti che risultano positivi alla presenza di questo materiale e per garantire uno smaltimento in piena sicurezza.

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