[23/12/2008] Parchi

La diplomazia del panda per riunire le due Cine

LIVORNO. Dopo la sconfitta degli indipendentisti a Taiwan e la vittoria degli (ex) nemici nazionalisti cinesi del Kuomintang la Repubblica popolare cinese ha ripreso contatti sempre più stringenti e frequenti con quella che considera una sua provincia momentaneamente governata dagli eredi, sempre più fraterni, del despota "capitalista" Ciang kai Shek.

L´avvenuto riavvicinamento e la consonanza di aspettative per una grande Cina (magari, come già accade a Hong Kong e Canton con diversi modelli "democratici"), dopo anni di cannoniere e bombardieri pronti a superare lo stretto e ad invadere Formosa, ha come simbolo due panda giganti che i comunisti continentali offrono ai reazionari insulari, simbolo che della grande marcia maoista rimane ormai solo la corsa all´arricchitevi che caratterizza i due regimi.

Oggi a nello zoo di Taipei, la capitale di Taiwan, arrivano i panda Tuan Tuan e Yuan Yuan (nella foto), i cui nomi insieme formano non a caso la parola tuanyuan, che in cinese significa "riunione". Per annunciare il viaggio dei panda si è scomodato addirittura Li Weiyi, il portavoce dell´Ufficio per gli affari di Taiwan del Consiglio degli Affari di Stato (il governo di Pechino) che ha spiegato ai giornalisti che «i panda giganti, dell´età di 4 anni, appartenenti ad una delle specie più minacciate della Cina, hanno vissuto nell´ultimo mese nel centro di allevamento di Ya´an, nella provincia dello Sichuan. La Riserva naturale di Wolong, dove vivevano prima, è stata seriamente danneggiata dal sisma del 12 maggio. La parte continentale della Cina (come chiama la terraferma il governo di Pechino per sottolineare che Taiwan è la sua parte insulare, ndr) aveva annunciato nel maggio 2005 che avrebbe donato due panda giganti a Taiwan ma la loro partenza è stata ritardata di tre anni. E´ il miglioramento delle relazioni tra le due coste dello stretto di Taiwan che rende possibile il loro viaggio a Taiwan.

Il viaggio dei due panda verso l´isola ribelle è stato seguito come quello di due star: l´agenzia Xinhua e le televisioni cinesi hanno scandito ogni spostamento con enfasi e i loro custodi continentali li hanno lasciati partire in lacrime, augurando loro una vita felice a Taiwan, magari come pacifici ambasciatori della "sola Cina", ultima rivendicazione di un maoismo diventato l´icona inoffensiva della "società armoniosa".

Torna all'archivio