[23/12/2008] Comunicati

Bini Smaghi: ricostruire da zero il sistema della finanza mondiale

LIVORNO. L’Istat ieri ha dato notizia che in Italia dal 2006 al 2007 ci sono più difficoltà nella popolazione anche solo nel procurarsi il cibo, le medicine, e gli abiti di cui non si può fare a meno. Le condizioni di vita delle famiglie italiane sono infatti peggiorate già a fine 2007, prima dell´impatto della crisi.

Grandi e motivati timori dunque per il 2009, anno in cui in Europa arriverà davvero la crisi. Tra 2006 e 2007 è salito dal 4,2 al 5,3% la quota di famiglie che ha dichiarato di non aver avuto i soldi per il cibo almeno una volta nel corso dell´anno. Salgono dal 10,4 al 10,7% le famiglie che non riescono a riscaldare adeguatamente la casa, dal 10,4 all´11,1% quelle che hanno vissuto "momenti con insufficienti risorse" per le spese mediche, dal 16,8 al 16,9% quelle in difficoltà per l´acquisto di abiti necessari. E questo è l’aspetto sociale italiano – che è meglio della gran parte del pianeta tanto per intendersi – che andrebbe incrociato con quello ambientale, altrettanto preoccupante. Le crisi in atto, come abbiamo sempre detto, sono infatti due – economico-finanziaria ed ecologica – ma quest’ultima da troppe parti è sistematicamente ignorata. E se viene ignorata è chiaro che nelle analisi di come si esce dalla crisi, il modello economico migliore non viene individuato in uno che non sperperi energia e materia, ma in uno semplicemente migliore sotto il profilo puramente economico.

Così oggi Lorenzo Bini Smaghi, membro italiano del Comitato esecutivo della Bce, che nel corso di un Forum all´Ansa di fronte alla crisi economica e finanziaria in atto sostiene che «si deve ricostruire da zero il sistema della finanza mondiale, ripartendo dalle radici, che sono le banche», non ci convince affatto. Perché se è vero che il sistema è tutto da rifare perché, sono sempre parole sue, «questa è l´ultima crisi di un sistema in cui la finanza ha sfruttato al massimo la redditività del capitale. Ora quel sistema è rimesso in discussione», bisognerebbe che quando spiega che «dovrà nascere un´economia dove c´è molta più attenzione al capitale, alla prevenzione del rischio» quel capitale a cui fa riferimento fosse quello naturale. Ma così non è, perché il suo punto di vista è semplicemente che «bisogna cambiare una serie di regole, mettere dei limiti alla ricerca del profitto immediato per un logica di più lungo periodo».

E’ poi infine vero che «questa è una crisi - ha detto ancora - diversa dalle altre, nasce al centro del sistema finanziario», ma se si riconosce un eccesso di finanziarizzazione che ha colpito l’economia reale nel pieno della crisi ecologica, non basta sostenere che questa situazione «ha provocato una mancanza di fiducia tra operatori: questo non era mai stato sperimentato prima e poteva difficilmente essere previsto». Perché è un’analisi monca e come tale può fornire al massimo una soluzione monca, anche se fondata su pezzi di verità.

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