[23/12/2008] Rifiuti

Il Wwf contro il divieto dei sacchetti di plastica in Senegal

LIVORNO. La decisione del governo senegalese di vietare i sacchetti di plastica non biodegradabili (della quale Greenreport ha parlato pochi giorni fa) ha travato un´insospettabile critico: il Wwf della Western african marine ecoregion (wamer)n. Il decreto entrerà in vigore il 31 dicembre ed è stato approvato a novembre dal ministero del commercio di Dakar.

Il coordinatore regionale del Wwf, Pape Samba Diouf, ha convocato una conferenza stampa ed ha «vivamente condannato la decisione non concertata del governo sul divieto e la vendita di plastica non biodegradabile». Secondo Diouf «la data deve essere rivista dal governo. Comprendiamo la posizione del governo di fronte al pericolo e a tutti i danni che i sacchetti di plastica possono causare, in particolare il degrado dei suoli, ai meccanismi di arricchimento dell´ambiente marino, i problemi per agricoltura, bestiame, e paesaggio ma non siamo d´accordo con la maniera in cui è stata presa questa decisione».

Il coordinatore regionale del Wwf dice addirittura che «Al riguardo, si deve accordare una moratoria da 3 a 5 anni, prendendo esempio dalla Francia». Nel 2005 la Francia, (come ha poi fatto l´Italia), ha vietato i sacchetti di plastica ma la decisione entrerà in vigore solo nel 2010. Va anche detto che in Francia Regioni come la Corsica hanno già vietato da tempo, e velocemente, i sacchetti di plastica.

Ma mentre il Panda in Europa critica i rinvii, il Wwf dell´Africa occidentale sembra preoccupato di altro: «Ci sono delle fabbriche che lavorano con la plastica. Ci sono anche dei padri di famiglia che lavorano in queste industrie – dice Diouf – delle famiglie intere che dipendono da queste fabbriche: fermarli domain non farà che accrescere il tasso di disoccupazione. Devono avere un preavviso. Occorre che lo Stato metta in campo delle alternative per permettere ai protagonisti di potersi eventualmente preparare».

Per Diouf quella del governo è una fuga in avanti perché il ministero della protezione della natura, Wwf Wamer el´Ong Envipêche sstanno sviluppando un progetto di lotta all´inquinamento dei sacchetti di plastica che creerebbe lavoro per le donne e i giovani. Une delegazione senegalese è andata in Tunisia per studiare un esempio riuscito di raccolta di sacchetti di plastica che il piccolo Paese arabo importa dalla Cina (che li ha proibiti a giugno) e dall´India.

Il Wwf Wamer apprezza la buona volontà del governo, ma lo invita «ad una larga concertazione con tutti gli interessati, in particolare con la società civile e il settore privato, e ad uno studio approfondito del problema prima di prendere una decisione definitiva Dall´anno scorso studiamo la legislazione di più Paesi in materia di gestione dei rifiuti di plastica ed abbiamo elaborato un modello per il Senegal e vorremmo dare il nostro sostegno al governo in questo sforzo».

Evidentemente, visto da Dakar il problema dei sacchetti di plastica è diverso da quello che si vede a Parigi (ma anche in Bangladesh che ha proibito i sacchetti da diversi anni), rimane il mistero di un´associazione ambientalista che localmente non chiede di aiutare le fabbriche di plastica a riconvertirsi nella produzione di bio-materiali (diventando così un leader dell´innovazione africana del settore) ma sceglie la strada del riciclaggio della plastica in un Paese che ha immensi problemi di raccolta e gestione spicciola e quotidiana dei rifiuti solidi urbani.

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