[24/12/2008] Vivere con cura di Marinella Correggia

Come risparmiare soldi in cucina con il bio

RIETI. Fra i salutari eco-propositi per l’anno nuovo 2009 eccone uno che offre anche un’insospettata possibilità di risparmio economico e al tempo stesso ci permette di evitare il benché minimo spreco alimentare: cucinare con prodotti da agricoltura biologica, o biodinamica, o ecologica comunque. Certificata; ma anche non certificata, se si conosce il produttore.

I vantaggi del consumar bio in termini di ambiente, clima, biodiversità, salute sono ben noti; non è il caso di soffermarvisi. Ma perché e a quali condizioni si può dire che cucinando bio si risparmia in euro più che comprando scatolame al discount, e non si contribuisce a gettar via quegli 1,5 milioni di tonnellate di cibo all’anno (dal piatto o dalla cucina o dal negozio), triste primato italico? I due bei risultati sono intrecciati. Ecco come.

1. Da chi e come comprare. Si arriva a spendere per il bio la stessa cifra che per il convenzionale se si raggiungono direttamente i produttori attraverso gli ormai famosi Gas- gruppi d’acquisto solidale (www.retegas.org). E se il Gas è anche preveggente e programma il fabbisogno medio della stagione, eviterà anche al produttore di piantare o seminare troppo con conseguente perdita del prodotto in eccesso nei picchi produttivi.

2. Comprare materie prime per conservare. Poi si risparmia comprando bio se si acquistano le materie prime. Sono in effetti i trasformati bio a costare un occhio della testa. E allora, meglio comprar frutta anziché confetture pronte, e meglio scegliere ortaggi anziché conserve salate, dalla passata in avanti. Basterà lavorare di pentole e mestoli due giorni all’anno per farsi la provvista di vasetti, magari aiutati dalle semplici ricette del manuale Le eco conserve di Geltrude, Stampa Alternativa; che suggerisce anche diverse ricette di essiccazione solare. Oltre al risparmio economico, comprare per conservare evita perdite di prodotto nelle settimane di abbondanza, quando l’agricoltore ha magari difficoltà a evacuare il prodotto. Facendo in casa le conserve da materie prime bio, inoltre, useremo olio extravergine buono per la scarpetta, evitando di dover buttare l’olio scadente delle conserve industriali non bio. (Far le conserve dolci e salate in casa, inoltre, risparmia giri di camion fra i campi e le fabbriche trasformatrici, ed evita molti imballaggi perché i vasetti e bottiglie di vetro si riusano in casa previa sterilizzazione l’anno dopo).

3. Tutte le bucce sono buone… A sbucciare frutta e ortaggi, quanto prodotto perdiamo, insieme ai soldi che è costato e alle vitamine che proprio dentro e appena sotto la buccia hanno casa! Eppure, chi si fida a mangiare le parti esterne di prodotti convenzionali, irrorate di pesticidi e magari lucidate con cera industriale? Nessuno. Il modo per mangiare felicemente le bucce è dunque comprare prodotti bio: una passata d’acqua ed è tutto edùle. Scopriremo così il gusto di cuocere anche la buccia della zucca (che si disfà proprio come la polpa), i torsoli dei cavoli e degli altri ortaggi nella famiglia crucifera (sono parti pastose e buonissime), le foglie delle carote tritate e messe con altre verdure nel risotto o in altri cereali, la buccia delle patate semplicemente tagliate e fatte al vapore con il cumino…Scopriremo a crudo la bontà delle carote o delle rape bianche non sbucciate. Quanto ai frutti, non useremo più il coltello che per tagliare e perfino le bucce degli agrumi se non trattate ci serviranno a fare un ottimo limoncello (o mandarinello), oppure ad aromatizzare torte e biscotti. La quantità di scarti organici conferibili al compost si ridurrà drasticamente. Forse solo le bucce di melone e anguria, di cipolla e aglio, della frutta in guscio, di banana e ananas (tropicali da evitare del resto) non sono commestibili.

4) Bio non si butta. Infine, come effetto psicologico dell’acquisto e della preparazione di cibo buono e pulito, di certo eviteremo di avanzarlo, farlo ammuffire, abbandonarlo al fondo del frigo… Ed ecco un altro risparmio di soldi e alimenti.

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