[30/12/2008] Energia

Gazprom all´Ucraina: dal primo gennaio chiudiamo i rubinetti del gas

LIVORNO. Questa volta, complice anche la crisi economica e l´abbassamento dei prezzi degli idrocarburi che sta letteralmente facendo crollare il fragile castello economico messo in piedi dall´oligarchia putiniana, la Russia potrebbe chiudere davvero il rubinetto del gas all´Ucraina infedele e debitrice. L´amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller (nella foto con Putin), ha annunciato oggi, dagli schermi della catena televisiva Vesti, che il gigante energetico pubblico russo ha messo in piedi una cellula di crisi in previsione dell´interruzione delle forniture di gas all´Ucraina.

Visto che il gas russo verso l´Unione Europea passa in grandissima parte proprio dall´Ucraina questa non è certo una buona notizia per i consumatori dell´Ue. Miller, ieri aveva detto che il prezzo del gas per l´Ucraina aumenterà a 418 dollari ogni mille metri cubi a partire dal primo gennaio se i due Pasesi non adotteranno tariffe di mercato. Nel 2008, l´Ucraina ha pagato il gas a 179,5 dollari e, nonostante questo, il debito verso Mosca supera I 2 miliardi di dollari. E´ evidente che la Russia non ne può più, ha bisogno di denaro fresco, e tenta di farselo dare stringendo il cappio energetico intorno al collo dell´Ucraina. Il problema è che rischia di stringere il nulla. Secondo fonti della Duma (la Camera russa) citate dal giornale Moskovski komsomolets, né il il primo ministro ucraino Julija Tymošenko, né il suo nemico-alleato Viktor Juščenko hanno interesse a regolamentare la questione prima delle presidenziali del 2009 alle quali si candideranno entrambi. Lo scontro con i russi potrebbe dare un bel vantaggio a chi trancerà il nodo gordiano del gas.

I russi e Gazprom sembrano davvero stufi dei giochini di Kiev e di importare gas dalle repubbliche centro-asiatiche per rifornire l´Ucraina che non paga ma soprattutto di vedere che con il gas russo «quest´anno Naftogaz Ukraina ha generato più di 3 miliardi di dollari di benefici. Vale a dire che inizialmente la parte ucraina aveva i mezzi per pagare le forniture». Il sospetto (fondato) è che l´Ucraina esporti addirittura parte del gas russo rubato, o non pagato, o pagato a prezzo di favore per rivenderlo ad altri Paesi a prezzi più vantaggiosi. In quanto al gas venduto da Gazprom direttamente ai consumatori ucraini, il 20% non viene pagato.

Per questo Gazprom sospenderà probabilmente le forniture a partire dal primo gennaio. L´atteggiamento ucraino, si appoggia probabilmente proprio alla necessità dei russi di far passare il gas dal loro territorio e le dichiarazioni di Juščenko, che dice che la Russia può riprendersi il gas non pagato, sono suonate come l´ultima derisione di un Paese che vuole entrare nella Nato in funzione anti-russa. Dal punto di vista tecnico – spiega Moskovski komsomolets – è assolutamente irrealizzabile. Anche se è possibile far tornare indietro il gas pompato nei gasdotti, che fare del gas destinato ai consumatori europei?».

Nell´eterno scontro si inserisce oggi anche un´insospettabile pacificatore, la Polish oil and gas company (Pgnig) che gestisce le condotte del gas in Polonia, un altro dei Paesi ex-sovietici che formano il fronte anti-russo, euro-scettico e filo-americano. «Speriamo che i nostri partner orientali (Russia ed Ucraina) pervengano ad un compromesso e che le forniture di gas all´Ucraina non vengano sospese – ha detto a Ria-Novosti la portavoce di Pgnig Joanna Zakrzewska – Anche la Polonia conta sull´affidabilità del transito di gas attraverso l´Ucraina». Il freddo inverno polacco fa dimenticare odi secolari e ruggini recenti: Varsavia consuma 14 miliardi di metri cubi di gas all´anno, 8 miliardi dei quali arrivano proprio dagli ex padroni-compagni russi.

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