[31/12/2008] Comunicati

Distanze

LIVORNO. «Ricostruire nella testa delle italiane e degli italiani il bisogno di un’alternativa a Berlusconi e alle destre e al loro modello di destre». Con questa invocazione-obiettivo di Massimo Serafini si chiude l’apertura dell’edizione di oggi di greenreport, ultimo giorno dell’anno. «Ho invitato e invito tutti a non modificare il proprio stile di vita, a non dare ascolto alla canzone del catastrofismo e del pessimismo che ogni giorno viene cantata dalle sinistre”. Questa invece l’invocazione-litania che ha ripetuto ancora una volta Berlusconi, nel suo saluto di fine anno affidato a una sua intervista di due intere pagine e a un richiamo in prima pagina del suo Giornale, scritta dal suo direttore Mario Giordano.

Se ancora qualcuno avesse dei dubbi sulla distanza siderale che c’è tra greenreport.it e il governo di questo paese la ritrova tutta in queste pagine in cui Silvio Berlusconi sguazza sorridente tra colossali errori (è tra i pochi al mondo a insistere sul ruolo che avrebbero i consumatori per rispondere alla crisi, mentre colleghi come la Merkel, Sarkozy, Obama guardano a un cambiamento del modello economico che ci hanno portato alla catastrofe); favole fantasy («Ogni famiglia potrebbe trovarsi nel 2009 un bonus di mille euro per ogni componente grazie al minore costo del pieno delle auto e delle bollette di elettricità e gas»); solipsistici onanismi («All’inizio gli Stati Uniti avevano consentito il fallimento della Lehman & Brothers, poi si sono ispirati a noi quando hanno cambiato strategia e varato il piano Paulson»); eterne prese per i fondelli («Di recente mi è stata avanzata l’offerta di acquisto di una pianta rara per il mio parco botanico in Sardegna: il prezzo era 50mila euro senza fattura o 100mila con la fattura. Se si arriva a questo punto di sfrontatezza significa che questa prassi è ritenuta addirittura normale». Ricordiamo Berlusconi alla Festa della Guardia di Finanza nel novembre del 2004: «Giusto evadere le tasse se lo stato ti chiede più di un terzo di quello che con tanta fatica hai guadagnato»); per finire con le imbarazzanti lappate dell’intervistatore («Torniamo alla politica internazionale, il terreno sul quale lei si è più impegnato e dove ha ottenuto risultati più clamorosi», «Ma lei pensa anche di restare in politica fino a 120 anni?» ).

Eppure siamo sicuri che Berlusconi ha detto esattamente quello che i suoi elettori e i suoi lettori del suo Giornale volevano sentirsi dire, e che hanno letto senza neppure essere sfiorati dal sorriso amaro di chi si sente rassegnato, ma non domato, e che spera ancora che la forza della ragione che anima gli altri Paesi, governati da destra o da sinistra, finisca comunque per trascinare anche il nostro Paese su un nuovo binario, in grado di garantire un futuro anche alle generazioni che verranno e che oggi noi stiamo depredando di tutte le loro risorse.

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