[05/01/2009] Consumo

Inflazione, consumi e sostenibilità

LIVORNO. Mentre sui consumi natalizi i dati aggregati non aiutano un´analisi approfondita dei comportamenti degli italiani durante queste feste sotto l´albero della crisi economico-finanziaria-ecologica globale, sono oggettivi gli indici presentati dall´Istat stamani dei prezzi al consumo. E un dato balza subito all´occhio: l´Istituto nazionale di statistica stima che l´indice nazionale dei prezzi al consumo per l´intera collettività (Nic), relativo al mese di dicembre 2008, presenta una variazione di meno 0,1 per cento rispetto al mese di novembre 2008, ma soprattutto una variazione di più 2,2 per cento rispetto allo stesso mese dell´anno precedente.

In base alla stima provvisoria, inoltre, l´indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra nel mese di dicembre una variazione di meno 0,2 per cento rispetto al mese precedente e una variazione di più 2,3 per cento rispetto allo stesso mese dell´anno precedente. Il tasso d´inflazione nel 2008 si è però attestato al 3,3%, il massimo dal 1996, contro l´1,8% del 2007.
L´indice armonizzato europeo in media annua ha segnato +3,5%, il massimo da quando viene calcolato.

In sintesi l´inflazione - anche se il termine non coincide in senso stretto con l´aumento dei prezzi dei beni di consumo e dei servizi, ma viene adoperato proprio per spiegare questo fenomeno - nel 2008 è salita del 3,3%.
Insomma i prezzi dei beni di consumi monitorati nel paniere dell´Istat sono tutti aumentati nell´arco dell´anno. Tutti tranne Trasporti e Comunicazioni, con una variazione rispetto al corrispondente mese di dicembre dell´anno precedente rispettivamente dello 0,2 per cento e del 3,3 per cento. Spiccano gli incrementi tendenziali più elevati che sono stati registrati nei capitoli Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 5,5 per cento), Bevande alcoliche e tabacchi (più 5,3 per cento) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (più 4,3 per cento). Variazioni tendenziali negative si sono verificate nei capitoli e Trasporti (meno 0,2 per cento).

Nello specifico sono aumentati dell´1,6 per cento abbigliamento e calzature; del 2,9 per cento Mobili, articoli e servizi per la casa; del 2,2 per cento Istruzione; del 2,1 Servizi ricettivi e di ristorazione; dello 0,3 ricreazione, spettacoli e cultura; del 2,7 per cento Altri beni e servizi.

Dunque se anche la prevista gelata dei consumi a Natale non ci fosse stata - come sperano anche gli esponenti del governo e in primis il presidente del consiglio - è certo che i beni di consumo acquistati durante l´anno sono stati pagati di più. E quindi l´inflazione è aumentata. Che succederà nel 2009? A dicembre il dato stimato è come detto 0,2 rispetto al mese precedente e secondo qualcuno la crisi farà diminuire l´inflazione.

Diminuendo l´inflazione la speranza degli economisti è che riprendano i consumi. Vedremo se sarà così.

Non tutti però soffiano sul fuoco dei consumi come unica risorsa per uscire dalla crisi, tant´è che Napolitano e anche il Papa si sono spesi nei giorni scorsi per richiamare ad una sobrietà nei consumi stessi. E con loro tanti opinionisti - nonostante uno strisciante atteggiamento dei media a favore della massima di Berlusconi "consumate che così usciamo dalla crisi" - hanno colto l´occasione per incrociare la crisi finanziaria-economica con quella ecologica e vedere nella prima l´occasione per mandare in soffitta un modello economico insostenibile (ambientalmente e socialmente) che ha generato la seconda e sostituirlo con uno più sostenibile, nel senso di meno dissipatore di energia e di materia. Non ci dovrebbe poi volere così molto a capire che o si fa cambiare binario all´economia o l´economia proseguirà fuori da questo binario.

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