[05/01/2009] Comunicati

Bilancio commissione Via: non tutto è sostenibile solo perché è approvato

LIVORNO. Sono stati 162 i procedimenti definiti dalla nuova Commissione Via-Vas dall’insediamento del 31 luglio a fine dicembre. Il ministero dell’ambiente ha diffuso un comunicato euforico in cui viene evidenziato «un livello di efficienza e di impegno che è superiore di quasi 4 volte rispetto alla precedente Commissione che è rimasta in carica dall’ottobre del 2007 al giugno 2008 esitando in 8 mesi 71 richieste».

Ora, se è vero che la commissione Via ha l’obbligo di rispondere in un lasso di tempo stabilito, e che quindi se ottempera a questi obblighi non fa altro che il suo dovere, è pur vero che la produttività della commissione Via non garantisce di per sé che le opere siano sostenibili. I costi del non fare sono altissimi ma i costi del fare male sono altrettanto alti e purtroppo non è dato sapere, oltre alla quantità, quale sia stata la qualità delle risposte fornite dalla commissione di Via, che avrebbe «azzerato l’arretrato di 158 richieste di valutazione di impatto ambientale e sostenuto un ritmo di definizione dei procedimenti doppio rispetto al flusso delle nuove richieste. A fronte infatti di una media di 15 nuove richieste mensili sono state esitati 32 procedimenti al mese».

Di più al momento non è dato sapere, neppure richiedendolo esplicitamente al ministero. Il comunicato infatti dopo aver fornito soltanto numeri si limita a registrare i commenti di un raggiante ministro per l’ambiente: «Credo che ai componenti della Commissione Via – ha detto Stefania Prestigiacomo (Nella foto) - vada un ringraziamento per il lavoro svolto. Il loro impegno ha consentito di rimettere in moto decine di progetti che erano bloccati, a volte da anni, operando con scrupolo e rigore. L’Italia ha bisogno di infrastrutture, centrali, impianti per il trattamento dei rifiuti. Ha bisogno di promuovere le energie rinnovabili. Tutto ciò ha un valore per l’ambiente perché consente di ammodernare il paese e realizzare opere che vanno nella direzione dello sviluppo ecosostenibile».

Ed ecco quindi l’attacco diretto al predecessore Alfonso Pecoraro Scanio: «Le valutazioni di impatto ambientale sono un passaggio fondamentale di questo processo – conclude la Prestigiacomo - perché consentono di intervenire sul tessuto produttivo e sulla rete delle infrastrutture del paese con opere che rispettano il territorio e abbassano i livelli di inquinamento. Negare o ritardare immotivatamente le risposte ai soggetti pubblici e privati che intendono investire rappresenta un danno all’economia ma anche all’ambiente».

A parole nulla da eccepire, ma perché allora si invia un comunicato senza né capo (quali i pareri positivi emessi) né coda (quali invece i progetti bocciati) impedendo così di verificare l’operato e dando quindi l’impressione di avere come unico obiettivo il costruirsi l’immagine di quelli bravi rispetto a quelli meno bravi (replicando il solito cliché ormai un po’ stantio dell’ambientalismo del fare e dell’ambientalismo del non fare)?

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