[05/01/2009] Acqua

Crisi idrica: l´indicatore Trasimeno

FIRENZE. L’autunno scorso, almeno nell’ultimo periodo, è stato autunno “vero”, tradizionale: le piogge si sono abbattute copiose su gran parte del territorio nazionale. Anche l’inverno seppur in fase iniziale, è per ora caratterizzato da freddo e molta neve in montagna. Guardando avanti, qualcuno “a braccio” potrebbe azzardare previsioni in merito alla disponibilità idrica per l’estate 2009. I più ottimisti diranno che non ci saranno carenze idriche, ed emergenze e non si riempiranno quindi pagine e pagine di giornali su sprechi, perdite, gestioni dissennate, colpe di questo o quel settore. Anche se è prematuro, ad oggi, sbilanciarsi in qualsiasi ipotesi noi preferiamo usare toni più prudenti, anche a rischio di essere smentiti.

Sicuramente bilanci e previsioni più concrete si potranno fare al termine del periodo di innevamento, però possiamo con certezza oggi affermare, che una buona parte della risorsa che piove dal cielo non è tesaurizzata e che con le consuete modalità di utilizzo, dopo 45-60 giorni senza precipitazioni, con temperature elevate, verranno messe in crisi molte località della Penisola. Il quadro della situazione in cui ci troviamo, ci viene costantemente ricordato ad esempio dal monitoraggio idrometrico del lago Trasimeno effettuato dalla provincia di Perugia: oggi a San Savino di Magione il livello del lago segnava -126 cm sullo zero idrometrico. Da 7 giorni, il livello è costante e senza ombra di dubbio il lago si trova in condizioni migliori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando l´idrometro registrò -137 cm.

Da metà ottobre 2008 quando il lago era in piena crisi idrica, periodo in cui si sono toccati -168 cm, il livello dell´acqua è risalito di 42 centimetri, grazie alle piogge che sono cadute in questi mesi. Ma se guardiamo più indietro, ad esempio al 2006, lo scostamento fa ancora registrare un “saldo negativo” di 39 centimetri, dato che il livello dell’acqua era posizionato a -87. Anche in base a questo unico indicatore possiamo tornate a ribadire che non esistono situazioni di “abbondanza” idrica ma solo periodi più o meno lunghi di maggior disponibilità in cui da brave “formichine” sarebbe necessario, dove possibile, mettere da parte risorse e programmare gestioni più oculate non lasciandosi andare a nessun tipo di spreco.

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