[05/01/2009] Parchi

I Verdi toscani dopo gli incidenti mortali: «La caccia è pericolosa e incivile»

FIRENZE. Gli ultimi incidenti di caccia mortali verificatisi in Toscana hanno sollevato le proteste di associazioni ambientaliste ed animaliste che sono culminate in una manifestazione indetta da Wwf, Lav, Oipa, Lida, Ceda, Canile del Termine, Unione Amici del Cane e del Gatto e Pro Animals che ha avuto il sostegno politico dei Verdi. Il portavoce regionale del Sole che ride, Mauro Romanelli, ha sottolineato che «L´ultimo incidente mortale, l´ennesimo di una lunga serie, dimostra ancora una volta quanto la pratica della caccia sia un´attività pericolosa per l´uomo, e inutilmente crudele verso gli animali».

Alla manifestazione anti-caccia hanno partecipato anche il consigliere regionale Mario Lupi e i portavoce dei Verdi di Firenze Duccio Braccaloni e Sandra Giorgetti, il consigliere provinciale Luca Ragazzo, e il portavoce provinciale Tommaso Grassi. Secondo i Verdi, «La caccia serve solo alla lobby delle armi, ad attingere alla ricca mammella dei finanziamenti pubblici considerandola ufficialmente uno sport, e a commettere abusi altrimenti impensabili, come entrare nelle proprietà private, o sparare alla cieca ad un cespuglio che si muove, salvo poi piangere sul latte (o meglio, sangue) versato, se poi per caso quel cespuglio si muoveva a causa di qualche altro cacciatore, o magari di qualche passante innocente che intendeva godersi pacificamente i boschi e le campagne. E nemmeno sono più sostenibili le argomentazioni rispetto alla necessità di limitare popolazioni dannose per i boschi e per l´agricoltura: tutto questo, oggi può essere fatto benissimo con catture e sterilizzazioni, e comunque dai corpi forestali deputati».

A dire il vero, anche i parchi nazionali toscani ricorrono al trappolamento (e poi i cinghiali finiscono in riserve faunistico-venatorie o al macello) e, quando possono, ai selettori (di solito cacciatori) per il controllo degli ungulati, diventati uno dei grandi problemi per la biodiversità delle aree protette italiane. C´è anche da dire che sono spesso sia gli animalisti che i cacciatori "tradizionalisti" ad opporsi a queste tecniche di gestione faunistica, spesso proponendo metodi costosi e non alla portata dei parchi italiani, sempre meno finanziati e sempre più privi di personale.

Le difficoltà sono ammesse dagli stessi Verdi toscani: «Siamo coscienti - scrivono in un comunicato - di essere ancora purtroppo isolati rispetto a tutte le altre forze politiche nel combattere questa battaglia di civiltà, ma siamo anche convinti che col tempo questa attività sia destinata a divenire obsoleta: noi continuiamo a batterci per questo obiettivo finale, mentre nell´immediato ci faremo carico di proposte comunque in grado di aumentare fortemente i controlli e i vincoli sull´attività venatoria, e di sanzionare duramente ogni comportamento pericoloso e irresponsabile».

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