[08/01/2009] Rifiuti

La Castalia smobilita, il governo taglia finanziamenti per disinquinamento marino

LIVORNO. "Italia Oggi" racconta la storia molto italiana della Ecolmar Castalia (per il 49% della Fisia ltalimpianti del gruppo Impregilo) che, con le sue navi, opera per conto del ministero dell´ambiente per combattere l´inquinamento marino, ma forse sarebbe meglio dire operava, visto i tagli che si sono abbattuti su questo importante servizio e che avranno gravi ripercussioni sulla vigilanza ambientale, lasciando sguarnite grandi aree marine, anche protette come l´Arcipelago toscano.

Giampiero Di Santo parte dalla relazione della Corte dei Conti sulla «gestione del servizio di protezione dell´ambiente marino e di lotta all´inquinamento del mare» per il periodo 2005/2007 e che evidenzia che «L´attività di raccolta dei rifiuti in mare, nel triennio in considerazione, ha subìto una drastica riduzione, perché i rifiuti sono stati soltanto 3.423,66 metri cubi, contro i 24.263,07 raccolti nel triennio precedente».

Il fenomeno è dovuto anche a fattori legislativi e accavallarsi di competenze, ma soprattutto ai tagli che il ministero dell´ambiente ha fatto ai suoi già magri bilanci: «Tale dato assolutamente negativo – spiega la Corte - va attribuito alla contrazione delle disponibilità di bilancio che ha indotto a limitare l´attività di raccolta ai soli rifiuti da idrocarburi». Un´attività importantissima, si pensi solo a quante volte l´isola di Pianosa e il suo mare superprotetto sono state salvate dalle navi gialle della Castalia da inquinamenti dovuti allo sversamento in mare di idrocarburi quasi sempre provenienti dal lavaggio in mare delle cisterne delle petroliere, oppure della grande operazione di disinquinamento che, la scorsa estate, ha permesso di salvare le Formiche di Grosseto ed una buona parte della costa maremmana da un´estesa macchia di petrolio che le ha minacciate per giorni.

Tutto questo lavoro della Castalia Ecolmar è costato 38,547 milioni di euro nel 2007 e la lotta all´inquinamento e la protezione dell´ambiente marino ne ha assorbito ben il 93,25%. Va anche detto che la Corte dei Conti sottolinea che «l´anomalo e controverso rapporto con la società Castalia, che circostanze di vario ordine hanno reso finora ineluttabilmente permanente, getta ombre sul pieno rispetto delle regole di concorrenza».

Ma quello che si prospetta è qualcosa che potrebbe far rimpiangere la situazione attuale di "monopolio": la Castalia sta smobilitando, mettendo in disarmo navi e licenziando equipaggi, perché il ministero ha tagliato ulteriormente i fondi, solo in Toscana sembra rimarranno due delle 5 imbarcazioni che operavano e sorvegliavano questa vasta parte del Tirreno, interamente compresa nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, che ospita la più grande area marina protetta del Mediterraneo nelle le acque protette dell´Arcielago di Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri, un tratto di mare percorso da una fitta e pericolosissima rete di trasporto di idrocarburi.

Una smobilitazione forzata che si scaricherà sulle già oberate (e a corto di mezzi e finanziamenti) Capitanerie di porto e che mette a rischio le capacità di pronto interventi che hanno permesso di evitare negli anni passati veri e propri disastri ambientali che avrebbero avuto forti ricadute negative sull´economia turistica.

E mentre il governo taglia la protezione ambientale a mare la Corte dei Conti evidenzia che il principio "chi inquina paga" in Italia è ancora un sogno da realizzare: il 64% dei danni provocati all´ambiente non vengono risarciti e i responsabili non sono individuati, mentre per il resto dei casi di chi viene preso con le mani nel sacco «il credito soddisfatto è stato pari solo al 2,05% del dovuto». Si tratta di quasi nulla, 119.606,77 euro sugli oltre 5,187 milioni di euro dovuti e il bello è che questi soldi non vanno nelle casse del ministero dell´ambiente che paga le spese di sorveglianza e disinquinamento ma in quelle del ministero dell´economia.

E Tremonti non è per nulla riconoscente del silenzioso assenso della Prestigiacomo, anzi, visto che non protesta ed ubbidisce, taglia ancora, tanto che la Corte dei conti sottolinea sconsolata: «Va anche segnalato che detti già magri rientri finanziari, decurtati del 50% per disposizione normativa, non risultano riassegnati dal Mef al pertinente capitolo del ministero dell´ambiente».

Intanto isole e coste, aree marine protette e spiagge, aspettano di capire come riusciremo a difenderci la prossima estate dai pirati del mare che aumentano mentre lo Stato sguarnisce le difese che l´Europa vorrebbe più forti e certe.

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