[13/01/2009] Energia

Guerra del gas: è finita anche la scaramuccia georgiano-armena

LIVORNO. Mentre ai confini tra Russia ed Ucraina si metteva in scena, sotto i riflettori dei media mondiali, l´ennesima guerra del gas tra Russia e Ucraina, nessuno si è accorto di quel che stava accadendo dall´altra parte del Mar Nero, ai confini caucasici tra Georgia ed Armenia.

Il 9 gennaio, probabilmente per solidarietà con Kiev che aveva sostenuto l´avventura georgiana che ha portato al disastro in Ossezia del sud, il governo filo-occidentale di Tbilisi ha interrotto il transito del gas russo verso l´Armenia, giustificando la decisione con «lavori di riparazione sul troncone 43,4-66 km del grande gasdotto Kazakh-Saguramo».

Un´iniziativa improvvisa che è parsa a molti come una rappresaglia verso quello che il governo georgiano considera un fedele alleato di Mosca, un´ipotesi che è stata poi rafforzata dal rifiuto dell´aiuto offerto dalla russa Gazprom e da ArmRosgazprom per ristabilire il rifornimento all´Armenia.

Va però detto che i georgiani hanno rispettato quanto promesso: i tempi di riparazione dovevano terminare entro il 12 gennaio e così è successo e nella tarda serata di ieri il gas russo è ricominciato ad affluire verso Erevan.

Quello che tutti pensano, ma in pochi dicono, in Armenia e Russia è che il governo di Tbilisi abbia voluto dimostrare di aver in mano anche lui un piccolo rubinetto strategico: quello che permette il passaggio del gas verso l´Armenia completamente circondata da Paesi ostili come la Turchia, l´Azerbaigian (con il quale ha ancora in corso la disputa sul Nagorno Karabak armeno e "indipendente" ) e appunto la Georgia. Resta un unico varco a sud da dove un ingombrante concorrente diretto (ma buon alleato) di Mosca, la Repubblica islamica del´Iran, è già pronto a collegare il suo gas all´Armenia cristiana.

Ma "il guasto" sembra un segnale rivolto soprattutto a Mosca: secondo ArmRosGazprom, la filiale di Gazprom che ha il monopolio delle forniture e della distribuzione di gas in Armenia, la Russia nel 2008 ha fornito ad Erevan l´11% di gas in più rispetto al 2007, 2,5 miliardi di metri cubi.

Secondo ArmRosGazprom «Su 11 mesi, 1,846 miliardi di metri cubi sono stati consumati in Armenia, 564 milioni di m3 dei quali dal settore energetico, 488 dalla popolazione e 345 dall´industria. Erevan paga attualmente il gas russo 110 dollari ogni 1.000 metri cubi», un prezzo "politico" che è un quarto di quello che pagano i Paesi dell´Unione europea e che Mosca fa solo ai suoi alleati più fedeli e addirittura più basso di quello praticato alla "gemella" Bielorussia.

La Russia controlla circa l´80% della rete energetica armena, compreso l´impianto idroelettrico di Hrazdan, uno dei maggiori del Caucaso meridionale, e si prepara a costruire una centrale nucleare nel Paese noto per i suoi terremoti.

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