[20/01/2009] Comunicati

Barack Obama, good morning and good luck!

LIVORNO. Barack Obama è un uomo, ma è anche un punto di vista, e sicuramente, un punto di svolta. Per quello che ha promesso, per come lo ha detto, per ciò che rappresenta nell’immaginario collettivo dopo questo lunghissimo reality globale che è stato la campagna elettorale americana. Obama poi è un predestinato, grazie a George Double. Perché la rassegnazione mondiale di fronte alle imbarazzanti scelte del peggior presidente della storia degli Stati Uniti, finivano con un allargamento di braccia e un pensiero al 2009, quando sarebbe arrivato il 44esimo presidente, che in ogni caso avrebbe rappresentato un taglio netto rispetto al passato, basti pensare al protocollo di Kyoto.

Barack Obama è anche un simulacro in cui sono riversate aspettative da mezzo mondo perché nello sbandamento generale viene considerato come qualcosa a cui aggrapparsi per uscire dalla nebbia. Non si può negare che qualche brivido venga al pensiero di alcuni miliardi di persone che invocano da un solo uomo il cambiamento. Ma se è vero che Barack Obama è un uomo con tutti i suoi difetti e le debolezze – e i suoi errori che inevitabilmente arriveranno - è pur vero anche che Obama rappresenta almeno nelle premesse e nelle promesse, una potenziale riconquista del ruolo della politica, del governo della cosa pubblica per l’interesse collettivo, che sembrava ormai abdicato, in tutto il mondo, agli interessi di parte della collettività.

Nella teoria ci troviamo cioè di fronte alla possibilità di recuperare la corretta grammatica del governo dei beni comuni: dove il mercato torna ad essere non più il fine, ma lo strumento (economia) attraverso il quale organizzare le risorse (ecologia) per bisogni individuali e collettivi in rapporto agli altri uomini e alla natura (polis).

L’errore potrebbe essere quello di creare inutili feticci che tra qualche mese o anno potrebbero venir sbranati dagli interessi delle stesse lobbies che hanno manovrato fino a oggi il mondo e il suo burattino più potente, ma senza alcun dubbio è data per gli Usa, con l´insediamento del suo 44° presidente e con ciò che ha dichiarato sino ad ora, l’incredibile occasione di impostare i prodromi per ridisegnare un nuovo modello economico, meno dissipatore di energia e di materia, che potrebbe aprire le possibilità di estendersi ad altre parti del pianeta. Creando quindi le condizioni per un futuro stabile, equo e socialmente e ambientalmente sostenibile.

Obama in realtà ha promesso di fare cose piuttosto logiche se il punto di vista è quello di garantire l’interesse collettivo non solo alla generazione attuale ma anche a quelle che verranno: in quest’ottica va letta l’apertura a un dialogo più tollerante con il Medio Oriente, ma anche la creazione di una solida industria delle fonti rinnovabili per avviare l’uscita dalla dipendenza del petrolio, che altro non è che anticipare il fisiologico esaurimento (tra 10, 50, 100 o 500 anni che siano) di questo combustibile; avviare una ristrutturazione della rete energetica nazionale in direzione di un’efficienza maggiore altro non è che un investimento ad alto rendimento per le generazioni future; rivoluzionare il sistema sanitario americano e investire in manutenzione delle opere pubbliche esistenti altro non è che un miglioramento della qualità della vita dei cittadini e un prolungamento del godimento di beni collettivi, che rappresentano oggi l’unica vera crescita ancora da scalare e conquistare dopo aver raggiunto la vetta dell’economia, che non può crescere all’infinito, e dove invece sarà opportuno fermarsi a costruire un solido stato stazionario nel quale l’utilizzo delle risorse e la loro rigenerazione siano finalmente in equilibrio dinamico.

Un sogno? Certo, ma dal nostro punto di vista anche una possibilità, che confida nell’effetto di trascinamento che le scelte degli stati Uniti potranno avere nei confronti degli altri Paesi, a partire dal processo di avvicinamento a Copenhagen 2009. E male che vada sarà almeno la fine di un incubo durato otto anni!

Torna all'archivio