[21/01/2009] Energia

Il piano energetico del Brasile: una buccia di banana sul cammino verso Copenhagen

LIVORNO. Se il Piano nazionale sul cambiamento climatico del Brasile aveva sollevato molte speranze, il successivo Piano decennale di espansione energetica, le ha raffreddate ed ha sollevato aspre polemiche.
Il piano del ministero delle miniere e dellŽenergia prevede di costruire entro il 2017 più di 80 centrali termoelettriche alimentate con combustibili fossili e 71 idroelettriche, molte delle quali in Amazzonia.

Greenpeace Brasil ha detto che «Il governo brasiliano ha messo una buccia di banana sotto i negoziati che il mondo sta facendo per cercare un accordo su nuovi e rigidi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Va contromano rispetto al nuovo accordo climatico, e ignora lŽefficienza energetica».

Secondo Roberto Smeraldi, direttore degli Amici della terra/Amazzonia Brasiliana «La contraddizione tra i piani energetico e climatico, non riguarda solo gli impianti termoelettrici, ma anche una visione generale che incrementa la produzione mentre viene disperso un quinto dellŽenergia prodotta»

Anche il ministro dellŽambiente del Brasile, Marina Silva non sembra molto convinta ed ha annunciato che il Programma decennale di espansione energetica potrebbe subire uno stop «se non ci saranno profonde correzioni».

Per Greenpeace «Il Piano decennale dellŽenergia del Brasile stimola fonti sporche di energia, ignora il potenziale dellŽefficienza energetica e considera la questione socio-ambientale come un mero ostacolo per il progresso del Paese. Un disastro totale.

Gli ambientalisti evidenziano grandi contraddizioni: la regione del Nordeste, che ha la migliore situazione di vento del Brasile per produrre energia eolica, dovrebbe ospitare 555 nuove centrali elettriche.

La contraddizione con il Plano Nacional de Mudanças Climáticas che il Brasile ha presentato alla conferenza sul clima di Poznan è evidente: qul Piano prevede di ridurre alla metà le emissioni di gas serra del Brasile.

«Ancora una volta il governo mostra la schizofrenia della sua politica ambientale – dice Marcelo Furtado, direttore di Greenpeace Brasil - A poznan ha presentato un piano con obiettivi per ridurre la deforestazione e le emissioni, ma, in Brasile, alla vigilia di Natale, ha annunciato un aumento del 172% delle emissioni di CO2 nel settore termoelettrico. Un bel regalo per i brasiliani»

Il piano prevede di partire subito dal Nordeste, con centrali soprattutto ad olio combustibile, da 2014 al 2017, lŽespansione energetica del Brasile dovrebbe addirittura sostenersi sul carbone.

Greenpeace fa rilevare che «lŽIpcc indica il 2015 como anno-chave par il raggiungimento del picco di enmissioni globali di gas serra. A partire da qul punto dovremmo ridurre in maniera equa quelle emissioni. Mentre il mondo cerca di convertire la sua produzione elettrica sporca in rinnovabili, il Brasile intraprende giustamente il cammino opposto. La pianificazione energetica proposta dal governo nel suo Plano Decenal è orientata ad un approccio sorpassato che privilegia lŽaunmento della produzione e non la gestione della domanda. Inoltrte, ignora in maniera spettacolare i benefici della riduzione dei consumi con lŽaumento dellŽefficienza energetica come la sostituzione delle lampadine ad incandescenza con altre a minor consumo,. EŽ emblemático il fatto che il Piano, in nessun momento, faccia riferimento al risparmio energetico».

Secondo gli ambientalisti il piano del governo brasiliano ignora il grande potenziale delle energie rinnovabili del Paese, come il solare e lŽeolico, «e minimizza completamente la carta della biomassa e delle piccole centrali idroelettriche. Il contributo previsto della produzione da biomasse è di appena il 2,7% e lŽenergia eólica, ristretta ai progetti di Proinfa, totalizza appena lo 0,9% della produzione elettrica nel 2017. DallŽaltro lato, promuove nuovi (e non necessari) impianti idroelettrici in Amazzonia, che hanno un grande impatto ambientale e consumeranno grande quantità di risorse finanziarie, che potremmo impiegare meglio per produrre lavoro e guadagno nel Paese, usando risorse pulite e sostenibili. Il potenziale idroelettrico che verrà installato nel prossimo decennio è stimato in 43.053 MW, dei quali 341,8 MW prioverranno da PCHs (piccole centraliidroelettriche, ndr).

Greenpeace contrappone al piano governativo il suo studio (R)evoluçăo Energética che assicura che più dellŽ88% della produzione elettrica brasiliana potrebbe essere fatta con fonti rinnovabili e con un risparmio energetico del 30% facilmente raggiungibile.

«I momenti di crisi sono anche momenti di opportunità – dice Marcelo Furtado – E il governo brasilano deve essere, seghuendo lŽesempio di altre nazioni, impegnato nella soluzione del cambiamento climatico. I nuovi investimenti nel settore elettrico dovranno essere prioritariamente fatti nella promozione delle energie rinnovabili, specialmente in un Paese che è priviliegiato per questo tiopo di fonti energetiche».

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