[23/01/2009] Energia

Enel e minambiente a braccetto…: «L´Italia combatterà i cambiamenti climatici con il nucleare»

LIVORNO. «Il contributo dell´Italia nella lotta al cambiamento climatico» era il titolo del convegno che si è svolto ieri a Roma organizzato da Confindustria in collaborazione con Enel. L’obiettivo reso esplicito dalle dichiarazioni finali era ovviamente quello di sostenere che il contributo italiano potrà venire grazie al nucleare, con previsioni clamorosamente superficiali o quanto meno ottimistiche: «Si può ipotizzare di avere centrali nucleari in esercizio nell´arco di un decennio» ha dichiarato entusiasta Simone Mori, direttore regolamentazione e ambiente dell´Enel, che in barba a tutte le previsioni, le stime e le altre esperienze in Europa e nel mondo ha aggiunto: «un obiettivo ragionevole (!, ndr) per avere un mix bilanciato energetico è coprire un quarto della domanda con il nucleare. Avendo come riferimento il 2020 e quindi una domanda di circa 400 TWh, si parla di circa 100 TWh, cioè 7/8 impianti nucleari».

Per Mori perché questo avvenga occorre un quadro legislativo chiaro, oltre a un procedimento autorizzativo che «può essere reso celere con strumenti più incisivi», condizioni senza le quali la prospettiva di avere gli otto impianti necessari in funzione al 2020 non è possibile. Quando il responsabile Enel parla di nuove centrali si riferisce inevitabilmente a quelle di terza generazione perché «dire di aspettare la quarta, significa rinviare la decisione», ma millanta anche per le tecnologie attuali «affidabilità e sicurezza», mentre evita accuratamente di parlare delle scorie radioattive per le quali non esiste in tutto il mondo alcun sistema di smaltimento che garantisca la sicurezza delle generazioni a venire, visto che il tempo di dimezzamento della radioattività di questi rifiuti è pari ad alcune centinaia di migliaia di anni.

La benedizione sulla serietà di questa iniziativa organizzata dall’Enel la mette il direttore generale del ministero dell’ambiente Corrado Clini, che come un abile prestigiatore riesce a leggere l’annunciata green revolution di Obama per sostenere la transizione energetica verso una economia a basso contenuto di carbonio, come uno stimolo affinché «la Ue utilizzi subito la clausola di revisione inserita nel pacchetto clima energia».

Secondo Clini questa iniziativa è necessaria «per identificare e inserire nel pacchetto le misure di incentivazione alle imprese, valorizzare tutte le possibilità di partenariato con gli Usa e ´congelare´ le procedure che invece rischiano di impedire all´Europa di cogliere le opportunità offerte dalla nuova situazione, a partire da quelle che fanno riferimento al rispetto degli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto che determinano una inevitabile ´distorsione´ di risorse dagli investimenti per le nuove tecnologie».

Il direttore generale del ministero dell´ambiente ha anche aggiunto: «Credo che l´Italia debba porre sul tavolo europeo la necessità di una coerenza degli investimenti a medio e a lungo termine e quindi che gli obblighi di Kyoto vadano inseriti nei meccanismi relativi al 2020, senza tenere due contabilità separate e con investimenti unici».

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