[23/01/2009] Trasporti

Trasporti marittimi, il piano ambientale della commissione Ue piace agli Amici della terra

LIVORNO. Il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per i trasporti, insieme al Commissario Joe Borg, responsabile per gli affari marittimi e la pesca, ha presentato un piano strategico decennale finalizzato all’incremento della competitività del trasporto marittimo e al miglioramento delle sue prestazioni ambientali (Comunicazione della Commissione “Obiettivi strategici e raccomandazioni per la politica comunitaria dei trasporti marittimi fino al 2018”). Il piano si inserisce nel contesto della più ampia politica marittima integrata dell’UE (cosiddetto “Blue paper” del 2007), che riguarda tutti i settori che utilizzano o intendono utilizzare la risorsa mare nei prossimi decenni, ed è anche orientato a conseguire obiettivi in altri settori, come l’energia e i trasporti su strada.

Gli Amici della Terra accolgono con favore le proposte ambientali contenute nel Piano per la politica dei trasporti marittimi fino al 2018, presentato dalla Commissione mercoledì scorso.
La Commissione propone per il settore un ambizioso obiettivo generale a lungo termine. Per iniziare a dare attuazione a questo obiettivo, che in realtà va ben oltre il 2018, la Commissione intende promuovere un Sistema europeo di gestione ambientale dell’impresa di trasporto marittimo (EMS-MT), basato sul monitoraggio e miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle navi, e ricorrere a strumenti di incentivazione basati sulla modulazione ambientale delle tariffe portuali e delle tasse che gravano sullo shipping.

«Il settore del trasporto marittimo ha sinora visto il miglioramento ambientale come un fattore di costo e di freno allo sviluppo - ha spiegato Rosa Filippini, presidente dell’associazione Amici della Terra - Con questo piano, il miglioramento ambientale diventa inequivocabilmente un fattore di competitività, sia fra flotte che fra settori di trasporto. Considerato il posizionamento dell’Italia nel Mediterrano, è importante che il governo sostenga lo sforzo di miglioramento competitivo del settore intervenendo sui temi ambientali prioritari, come l’efficienza energetica, le applicazioni tecnologiche delle fonti rinnovabili sfruttabili a bordo, la riduzione delle emissioni di CO2, la modernizzazione della flotta con tecnologie di abbattimento delle emissioni e la parallela istituzione di un’area di controllo delle stesse nel Mediterraneo, il recupero e riciclaggio di scarichi e rifiuti, e non ultimo per importanza un sistema di monitoraggio che consenta di programmare al meglio le azioni di miglioramento organizzativo».

Per ridurre i rifiuti, la Commissione intende rafforzare la legislazione comunitaria vigente sulla produzione e consegna dei rifiuti delle navi ai servizi portuali di smaltimento. L’associazione Amici della Terra fa notare che su questo tema l’Italia è inadempiente (vedi sentenza della Corte di Giustizia europea del 25 settembre 2008, che condanna l’Italia al pagamento di pesanti sanzioni per la mancata dotazione da parte di tutti i porti italiani del piano di raccolta e smaltimento dei rifiuti delle navi ai sensi della direttiva 2000/59/EC) e si trova quindi in una pericolosa condizione di difficoltà a innovare, che va al più presto superata.

Un altro obiettivo d’intervento riguarda il contenimento della crescita e, possibilmente, la riduzione delle emissioni di gas serra del trasporto marittimo internazionale, settore sinora escluso dalle politiche climatiche: la Commissione conferma che, qualora l’IMO non approvi uno strumento internazionale legalmente vincolante per il trasporto marittimo entro la Conferenza ONU di Copenhagen (Dicembre 2009), interverrà autonomamente con una proposta di provvedimenti a livello europeo, inevitabilmente allineata alla legislazione vigente per il settore terrestre e per l’aviazione.

L’associazione Amici della Terra ricorda che nel 2008 ha realizzato uno studio di quantificazione dei benefici (costi esterni evitati) del trasporto merci derivanti dalle “autostrade del mare” rispetto al “trasporto tutto strada”, che conferma l’utilità sociale dell’ecobonus come strumento di spostamento modale a patto che il trasporto marittimo e la connessa logistica portuale accelerino gli sforzi di miglioramento delle emissioni e di ottimizzazione e sfruttamento delle capacità navali.

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