[10/05/2006] Comunicati

«Per le aziende di servizio la ricerca è un bisogno»

FIRENZE. Al convegno sulle strategie per l’innovazione e la ricerca nelle public utilities organizzato da Cispel e Regione Toscana che si è svolto ieri a Firenze, dopo gli interventi introduttivi di Alfredo De Girolamo (presidente Cispel) e Agostino Fragai (assessore regionale), hanno portato il loro contributo le imprese e il mondo dell’università.

Giovanni Nebiolo, amministratore delegato di Firenze Tecnologia, ha presentato l’azienda speciale creata dalla Camera di Commercio fiorentina per diffondere l’innovazione tecnologica nelle imprese facilitando competitività, crescita e promuovendo la filiera della ricerca attraverso reti di cooperazione. Nebiolo ha presentato poi i primi dati di una recente indagine concordata con Cispel sui bisogni di innovazione delle public utilities data la crescente rilevanza di queste aziende nella creazione di valore per l’economia toscana «le utilities hanno mostrato voglia di confrontarsi con il mondo della ricerca – ha affermato Nebiolo – che è vista in chiave di crescita dell’azienda». Le esigenze manifestate dalle aziende secondo lo studio di Firenze Tecnologia, riguardano principalmente quattro macrosettori: rapporti con università e centri di ricerca (ricerca di nuove competenze, ricerca di partner tecnico scientifici in mercati sempre più allargati); innovazione tecnologica (Ict – Information and communication technologies- nuovi materiali); innovazione organizzativa (risorse umane, logistica, gestione); finanziamenti e progetti (azioni di supporto per accedere a finanziamenti e partecipare a progetti).

Nel convegno è stato presentato lo studio commissionato da Cispel all’Università di Siena sul confronto tra Toscana, Italia ed Europa su modelli di ricerca nei servizi pubblici. «Le utilities toscane investono poco in ricerca e sviluppo - ha detto Michelangelo Vasta dell’Università di Siena – ma dalla ricerca emerge che questa è una caratteristica delle imprese del settore anche quando hanno dimensioni ben diverse. Le grandi imprese internazionali multiservizio hanno però un’innovazione endogena, cioè dedicano risorse all’attività di ricerca, in particolare nel settore dell’informatizzazione, in modo che gli investimenti siano suddivisi con altre imprese dei gruppi di cui fanno parte». «In un quadro dinamico di cambiamento – ha aggiunto Vasta – le proposte che possiamo fare per un maggior investimento delle public utilities in ricerca e sviluppo riguardano il cambiamento dimensionale di queste aziende, la necessità di un forte rafforzamento delle relazioni con università e centri di ricerca, la valorizzazione dei prodotti oggetto della ricerca in modo che trovino un mercato e, infine, un intervento pubblico a sostegno delle imprese con monitoraggi mirati in modo da poter finanziare le eccellenze».

«Concordo con i risultati della ricerca riportati da Vasta – afferma Roberto Zocchi amministratore delegato di LaboratoRI del Gruppo Acea – le utilities investono poco non solo in Toscana ma anche nel panorama nazionale. Le public utilities sono abituate ad “acquistare soluzioni” ed oltre alle motivazioni già riportate tra gli “inibitori” della ricerca c’è anche un aspetto culturale, cioè una bassa propensione delle imprese all’aggregazione». LaboratoRi Spa collabora strettamente con il gestore ed investe notevolmente in ricerca con profitto e qualità, secondo quanto detto da Zocchi: «La ricerca è un bisogno per le aziende per migliorare qualità e aumentare profitti. Ai gestori arrivano input da più parti (soggetti regolatori, utenti, azionisti...) e spesso sono contrapposti. La risposta è l’investimento in ricerca ed innovazione».

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