[26/01/2009] Energia

Legambiente: «Il cambiamento di rotta della politica energetica Usa sia di stimolo per l´Ue»

LIVORNO. Nel suo ondivago atteggiamento nei confronti di Obama, ogni tanto cambierà tutto altre volte non cambierà niente, il Sole24Ore ieri ha dedicato mezza pagina alle sue scelte ambientaliste, esaltando il “new green deal”. Scrive l’inviato da New York Eliana Di Caro: «Ambiente, sanità, istruzione, infrastrutture: sono i quattro pilastri su cui poggia il piano di stimolo economico (American recovery and reinvestment plan), che genererà fino a quattro milioni di posti di lavoro».

Poi l’elenco di tutte le azioni del programma del neo inquilino della Casa Bianca, con sottolineature varie legate alla sua definitiva rottura con la precedente politica di Bush. Ad esempio la strategia sulle rinnovabili: «faremo in tre anni quello che abbiamo fatto in trenta».

Dunque Obama non solo lascia fermo il timone sulla green economy, ma raddoppia «risparmieremo due miliardi all’anno rendendo il 75% degli edifici federali più efficienti dal punto di vista energetico; le famiglie pagheranno bellette più leggere, risparmiando in media 350 dollari l’anno». E ancora: «saranno triplicate le borse di studio a favore della scienza, in modo da inaugurare una nuova era di innovazione».

Saranno anche annunci, aspettiamo le prove provate, ma di certo queste parole suonano davvero bene alle nostre orecchie e anche a quelle di Legambiente che infatti oggi commenta così un’altra ottima iniziativa green del presidente a stelle e strisce: «Le decisioni annunciate da Obama in materia di efficienza energetica nei palazzi governativi e sui gas di scarico delle automobili sono un ottimo incentivo per la Ue a insistere nella sua lotta contro la crisi ambientale ed economica del pianeta. L’Europa porti avanti con coraggio il suo piano post Kyoto: tagli alla CO2 del 30% si possono e si devono fare».

Le parole sono del vice presidente dell’associazione ambientalista Sebastiano Venneri, relative appunto all’idea di Obama di riconsiderare, in maniera più restrittiva, gli standard sui gas di scarico delle automobili negli Stati che ne hanno fatto richiesta e di emanare una direttiva che chiederà a tutte le agenzie federali di cominciare a mettere in linea gli edifici del governo con più efficienti standard d’efficienza energetica. «Il netto cambiamento di rotta della politica energetica statunitense - continua Venneri - è un fattore chiave per la lotta alle emissioni a livello mondiale; sia da stimolo per l’Europa a confermare gli obiettivi ambiziosi della sua road map per il clima».

La Ue porterà infatti mercoledì prossimo in Commissione – conclude Legambiente - un documento che prevede che i 27 Stati membri alzino il loro obiettivo di tagli entro il 2020 dal 20 al 30% in caso di accordo mondiale al vertice Onu di Copenhagen.

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