[29/01/2009] Urbanistica

«Fermiamo il cemento e il prg di San Casciano»

FIRENZE. Continua la lotta delle associazioni ambientaliste contro il piano strutturale di San Casciano in provincia di Firenze. Legambiente “Il Passignano”, Ascta Associazione per la tutela dell’Ambiente di San Casciano, Amat Montespertoli, Mani Tese Firenze, Foro contadino, Wwf Firenze, Italia Nostra Firenze, hanno promosso la campagna “Fermiamo il cemento” con una petizione firmata già da più di 500 cittadini. «L’obiettivo della campagna è quello di sensibilizzare la cittadinanza e di premere sul consiglio comunale di San Casciano, che ha adottato un Piano Strutturale che rimette mano in peggio a quello precedentemente adottato nel 2004- dichiarano gli ambientalisti.

«Vengono avallate le maggiori scelte di impatto sul territorio, quali la Variante Laika e la localizzazione di un inceneritore ai confini comunali, ed al contempo si acquisiscono le ingenti volumetrie residuate dal vecchio PRG».

A sostegno delle motivazioni di contrarietà al Piano strutturale, vengono portati alcuni numeri: nel Ps viene previsto un incremento della popolazione residente di oltre 2000 abitanti (ed in realtà i dati parlano di calo demografico) e si apre la possibilità con i futuri Regolamenti urbanistici di cementificare le colline (6 ettari tra residuo e nuove previsioni, equivalenti a 6-800 nuovi appartamenti). Inoltre- sostengono gli ambientalisti- si confermano decine di ettari di nuove espansioni delle zone produttive, (30 ettari di superficie di capannoni se non verranno stralciate le vecchie previsioni di Prg) in una situazione fragile e con tendenza in atto alla rilocalizzazione di attività e alla riconversione del produttivo in più redditizi volumi commerciali e residenziali.

«Crediamo che le quasi 600 firme raccolte dai movimenti a San Casciano per chiedere “Meno consumo di suolo”- proseguono le associazioni ambientaliste- senza appoggio organizzativo di partiti, in una situazione di opposizione alle decisioni di una maggioranza che spesso sul mattone e sul cemento è trasversale, siano un ottimo risultato e testimonino del fatto che dietro alle spinte edificatorie più che la volontà diffusa stanno interessi di società immobiliari o appetiti speculativi».

Gli ambientalisti auspicano ora che questa vertenza assuma un rilievo più ampio «A livello nazionale è appena partita una campagna “Stop al consumo di suolo” che finalmente pone all’ordine del giorno questa tematica, in Toscana sollevata dalle molte vertenze della Rete dei comitati locali e dell’associazionismo ambientale: ci sentiamo in questo meno soli. Siamo la dimostrazione che una alternativa alla cementificazione non è chiesta da ristrette élite, ma da molti di coloro che vivono e lavorano sul territorio» concludono le associazioni.

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