[29/01/2009] Rifiuti

A Dubai chiude per liquami la spiaggia del super-shopping

LIVORNO. Lo scintillante turismo-shopping di Dubai è stato sommerso da un mare di carta igienica, reflui fognari e sostanze chimiche e rifiuti che hanno trasformato uno dei più prestigiosi tratti di litorale dell´emirato in una maleodorante fogna a cielo aperto.

L´esclusiva Jumeirah Beach (nella foto), affollata di alberghi che attirano danarosi turisti occidentali, è stata chiusa.
il mare è così sporco che l´Offshore sailing club è stato costretto ad annullare le regate: «E´ un pozzo nero – dice senza mezzi termini al Times Keith Mutch, il manager dell´Osc di Dubai – Le nostre analisi mostrano un numero eccessivo di escherichia coli. E´ come nuotare in un gabinetto».

L´inquinamento è un duro colpo per la reputazione turistica di Dubai, che grazie allo shopping è diventata una meta turistica internazionale che in teoria doveva garantisce sole e mare trasparente.

Si cercano i colpevoli e i ricchi stranieri accusano i ricchissimi emiri che governano la città di tollerare che i camion scarichino liquami fognari e rifiuti industriali in mare. L´inquinamento è anche il segnale di come anche il rapido sviluppo di Dubai rischi di superare la capacità di far rispettare le norme ambientali negli Emirati Arabi Uniti, con la conseguenza di far arrabbiare gli stranieri che si voleva attrarre con l´ardita mescolanza di un´espansione edilizia irrefrenabile e grandiosa e le immense coste desertiche del Paese.

I primi segnali dell´inquinamento c´erano già stati nell´estate del 2008 quando l´acqua di Jumeirah Beach si trasformò in una fanghiglia marrone puzzolente ornata di carta igienica.
In quella occasione si scopri uno scarico dietro un ammasso di rocce che sversava direttamente in mare. La fognatura proveniva dalla zona industriale di Al Quoz, distante diversi chilometri, dove sorgono cementifici, fabbriche di vernici e di mobili, cioè le industrie alla base dello sviluppo edilizio sfrenato della città.

Poi si è scoperrto che decine di camion trasportano ogni giorno i liquami prodotti dal milione e trecentomila abitanti di Dubai e li scaricano nella rete di scolo delle acque che serve a smaltire le piogge che cadono sull´emirato durante la breve stagione delle piogge.

Il governo cittadino ha buon gioco ad accusare i camionisti, in gran parte lavoratori poveri che vengono dall´Asia meridionale, che per guadagnare qualcosa in più riducendo i tempi di attesa, scaricano in mare, nelle fognature e nei canali quel che dovrebbe essere portato nell´unico depuratore cittadino davanti al quale c´è sempre una coda di mezzi in attesa.

Le autorità di Dubai, come succede spesso in molte località turistiche, hanno ignorato l´inquinamento, ma poi il tutto è finito, con tanto di foto che documentano la scarichi illegali, sui giornali e sono cominciate a fioccare multe fino a 25.000 dollari e Dubai ora pensa di sequestrare le autobotti con i liquami che scaricano abusivamente e di espellere dagli Emirati i camionisti colpevoli.

Come soluzionie a medio termine le autorità cittadine pensano alla costruzione di una grande vasca dove conferire temporaneamente i liquami e dicono che le ultime analisi mostrano campioni di acqua marina in regola con i parametri di sicurezza. Dati che però sono in contrasto con i prelievi e le analisi indipendenti commissionati dall´Offshore sailing club che dimostrano che esiste ancora una forte contaminazione da batteri, feci e prodotti chimici.

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