[29/01/2009] Aria

Rudd - Obama, la nuova coppia per il post-Kyoto?

LIVORNO. Chi ha frequentato i summit mondiali sul clima sa che alla fine a capeggiare gli eco-scettici trovava sempre una potente coppia: gli Usa del repubblicano George W. Bush e l´Australia del liberal-conservatore John Howard.
La musica è cambiata con la vittoria dei laburisti australiani dello scorso anno e con l´adesione dell´isola-continente al protocollo di Kyoto e forse la situazione è destinata a subire un ulteriore positivo ribaltamento in cui pochi avrebbero sperato.

Il primo ministro australiano Kevin Rudd (nella foto) e il presidente Usa Barack Obama si sono intrattenuti al telefono per 25 minuti per discutere dei modi e delle iniziative da prendere per contrastare il cambiamento climatico.

L´ufficio stampa del primo ministro australiano sottolinea che «I due leader hanno discusso della necessità per i due Paesi di lavorare in stretta collaborazione per preparare la prossima Conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e progettare il post-Kyoto».

Il portavoce di Rudd ha detto che i due «si sono impegnati a rafforzare la loro cooperazione sul cambiamento climatico, riaffermato la solidità dell´alleanza australo-americana ed hanno fatto sapere che questo partenariato sarà rafforzato in futuro». Obama e Rudd hanno anche sottolineato l´importanza della non-proliferazione nucleare e della necessità di attuarla davvero nel mondo

Secondo quanto riporta la stampa australiana «I due leader hanno discusso dell´economia mondiale e della necessità di coordinare l´azione internazionale per lottare contro l´attuale recessione mondiale, adottando misure fiscali con incentivi efficaci».

Obama forse non considera l´Australia come un punto caldo della sua politica estera, ma ha scelto questo fedele alleato come primo interlocutore per i problemi del global warming, l´esperienza australiana potrebbe insegnare molto al pragmatico idealista Obama, viso che, guarda caso, è stato il primo Paese a rompere senza indugi il fronte dei Kyoto-scettici capitanato da Bush.

Intanto Kevin Rudd, pressato dall´opposizione liberale, ha annunciate significativi finanziamenti federali per progetti di "carbone pulito" e l´apertura del Global carbon capture and storage institute a Canberra, he dovrà portare l´Australia rispettare gli obiettivi del G8 per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (Ccs) delle centrali in esercizio entro il 2020.

Nonostante la devastazione della crisi economica, il governo Rudd finanzierà con oltre un miliardo di le imprese che svilupperanno su scala commerciale progetti Ccs in Australia, che attualmente sono quattro, anche se tutti ancora sperimentali.

Il progetto più avanzato è quello del Victoria´s Otway Basin da 409 milioni di dollari che si propone di catturare fino a 100.000 tonnellate di CO2 in due anni. Altri progetti riguardano la centrale elettrica Loy Yang, mentre due progetti Ccs sono previsti nel Queensland.

Mentre l´opposizione conservatrice preme anche perché i laburisti rivedano la loro posizione contraria al nucleare, Greenpeace e le altre associazioni ambientaliste attaccano la scelta del "carbone pulito", ma Rudd contrappone a questo l´interesse e le proposte di collaborazione che vengono da Gran Bretagna, la Norvegia e Corea del Sud.

Agli ambientalisti australiani invece non dovrebbe dispiace il Piano di agevolazioni fiscali per le imprese che investono in miglioramenti ambientali, risparmio energetico ed idrico nei loro edifici e per la riconversione "verde" dell´edilizia.
Il governo laburista sta inoltre preparando l´energy efficiency statement, che dovrebbe essere approvato nel giro di qualche settimana.

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