[30/01/2009] Parchi

Le Province e la gestione dei parchi: evitare errori ed abbagli

LIVORNO. L’unione delle province ha promosso una giornata in cui i Consigli provinciali aperti in tutta Italia discuteranno del ruolo delle province. Lo scopo è chiaro; spiegare che le province non sono una casta, un ente inutile da abrogare come qualcuno è tornato a proporre e sostenere.
La stampa ha dato notizia di questa iniziativa molto opportuna volta a fare chiarezza in un dibattito istituzionale spesso confuso rispetto prima ancora che ai costi alle funzioni dei vari soggetti istituzionali.

Il presidente dell’Upi Melilli ha giustamente ricordato e ribadito che ‘La Costituzione prevede le province, non gli enti strumentali che si stanno moltiplicando a dismisura’. E al riguardo ha fornito alcuni numeri; 1099 enti Parco ed aree protette, 91 Ato ( Ambiti territoriali ottimali) per le acque e 131 per rifiuti; 290 Unioni di Comuni e 356 comunità montane.
Un elenco non nuovo che Melilli aveva presentato anche in alcuni importanti appuntamenti istituzionali piuttosto recenti.

Va detto subito che questo elenco –come direbbe qualche mastro elementare- mette insieme mele e pere. In effetti gli enti parco –a prescindere dall´esattezza dei dati forniti- non sono assolutamente assimilabili agli altri per una ragione piuttosto semplice. Un conto sono gli enti strumentali o associativi le cui funzioni possono essere diversamente allocate e gestite dalle regioni e dai comuni interessati e ben altra cosa sono gli enti parco.
I compiti dei primi possono tranquillamente tornare alla ‘casa madre’ ( regione, comune ma anche provincia) la quale può decidere il da farsi.

Ma ciò non vale per gli enti parco nazionali o regionali o provinciali che siano, perché essi –non a caso sono definiti enti ‘misti’ o ‘compositi’- gestiscono competenze che non sono specifiche né delle regioni né degli enti locali e neppure dello stato. In altri termini, il piano del parco o lo fa il parco o non lo fa nessun’altro; né lo stato, né le regioni, nè gli enti locali. Tanto è vero che se il parco viene abrogato esso non ha eredi perché nessuno ‘eredità’ o può riallocare quelle funzioni – a partire appunto dal piano-previste dalla legge quadro 394 o dalle varie leggi regionali. In questo d’altronde sta la ‘specialità dei parchi rispetto a tutti gli altri organismi e strumenti citati da Melilli.
Le province insomma - ma ciò vale anche per i comuni e le stesse regioni e lo stato- dei parchi possono essere soggetti cogestori degli enti di gestione e delle comunità del parco, ma non eredi di alcunché. E’ bene ricordarsene per evitare ulteriori confusioni e abbagli.

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