[10/05/2006] Parchi

L’Unep: salvate il corallo rosso dell’arcipelago toscano

PORTOFERRAIO (Livorno). Anche il corallo dell’arcipelago toscano sarebbe in pericolo a lanciare l’allarme sono i ricercatori dell’Unep, l’agenzia ambientale dell’Onu, riuniti a Tabarka, in Tunisia per discutere come proteggere meglio le colonie di corallo rosso del Mediterraneo. Le aree a maggior rischio individuate in Italia sono appunto le isole toscane e poi Capo Caccia in Sardegna e Portofino in Liguria. La minaccia più grossa è ancora la pesca clandestina, esercitata con attrezzi distruttivi come la croce di Sant’Andrea una croce di legno (o metallo) e reti che distrugge le pareti dover cresce il corallo, oppure i sub con autorespiratori che si spingono sempre più a fondo. Ma anche l’inquinamento e l’aumento delle temperature dovute ai cambiamenti climatici sembrano incidere sulla sopravvivenza di queste colonie di celenterati che crescono a ritmi lentissimi: 20 anni per raggiungere i 4 centimetri.

«La specie non rientra nella lista rossa della conservazione – dice il direttore del Centro per la biodiversità dell’Unep/Map a Tunisi, Abdel Rahmen Gannoun – ma il suo alto valore economico o anche semplicemente il fascino che esercita sui sub amatoriali hanno provocato una situazione di supersfruttamento nei fondali più bassi, fino a provocarne la totale scomparsa in alcune zone». Nel Mediterraneo si pescano 70 tonnellate di corallo rosso all’anno, il 50% in meno di 10 anni fa. In Italia la pesca al corallo è possibile solo attraverso una specifica autorizzazione sia per l’operatore subacqueo e il pescatore che per il tratto di mare dove sorge il banco con presenza di corallo da dove si intende effettuare il prelievo. A preservare questa specie tipicamente mediterranea dalla completa sparizione sono state leggi internazionali e nazionali e le aree marine protette, ma proprio il mare «vietato», come quello delle isole minori dell’arcipelago toscano, è nel mirino dei bracconieri di corallo, visto che al di fuori delle zone tutelate la pesca illegale è molto più difficile perché il corallo si trova ormai a profondità difficilmente raggiungibili per un sub dilettante.

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