[02/02/2009] Aria

Crediti emissioni e riforestazioni, il meccanismo spiegato da AzzeroCO2

LIVORNO. La vicenda della corte dei Conti che ha contestato alla provincia di Modena l’intervento di riforestazione in Costarica per ridurre la quota di emissioni di anidride carbonica prodotte e quindi contribuire al processo globale di interventi contro il surriscaldamento del pianeta, ha fatto emergere domande relative al funzionamento di questi meccanismi di compensazione.

Previsti dal Protocollo di Kyoto quali meccanismi flessibili che le aziende possono utilizzare, non invece di ma a sostegno degli obbligatori interventi di riduzione delle emissione, i crediti di C02 e le riforestazioni, ovvero gli interventi di compensazione, possono essere avviati anche su base esclusivamente volontaria. E quindi da aziende, enti locali e singoli cittadini, volenterosi di fare la propria parte. Di questo particolare settore si occupa la società AzzeroC02, creata da Legambiente, Kyoto Club e Ambiente Italia, che solo nel 2008 ha compensato 7100 tonnellate circa di anidride carbonica piantando circa 10mila alberi e producendo ben 480.000 Kwora di energia pulita.

Come funziona, lo abbiamo chiesto al direttore Andrea Seminara.
«Supportiamo aziende, enti locali e cittadini, ci muoviamo quindi esclusivamente sul mercato volontario e la nostra proposta riguarda sempre un percorso che parte da un’analisi scientifica dei dati in partenza relativi ai consumi energetici, i trasporti e i materiali. Da cui proponiamo una serie di interventi per migliorare le performance su questi settori, e quindi ricorso a energie rinnovabili, mobilità sostenibile, riduzione dei consumi dei materiali, fornendo anche indicazioni relative agli incentivi che si possono attivare; solo alla fine del percorso, per quello che non si riesce ad abbattere con le azioni indicate, riguarda interventi di compensazione. Quindi l’azzeramento delle emissioni o ricorrendo al mercato dei crediti o alla riforestazione e la possibilità di utilizzare il marchio di AzzeroC02».

Ripercorrete quindi il percorso previsto anche nel sistema del protocollo di Kyoto, ma su base volontaria. E chi certifica che il percorso è avvenuto in maniera corretta?
«In effetti siamo in assenza di regole, che sarebbero invece auspicabili e in attesa che vi siano agiamo con un nostro codice etico che deve esser condiviso e che comporta un autoregolamentazione. Inoltre sulle forestazioni noi agiamo esclusivamente sul territorio italiano, cercando di rimanere il più vicino possibile a chi ha fatto l’intervento. Questo offre il doppio vantaggio che si può verificare direttamente che la piantumazione è stata realmente effettuata e che il certificatore terzo possa facilmente andare a controllare».

Quindi interviene un certificatore terzo?
«Sì, certo. E va a verificare non solo la veridicità dell’intervento ma anche che ha effettivamente compensato le emissioni».

Diceva che si possono fare compensazioni anche attraverso i crediti di Co2? Ci spiega meglio come funziona?
«In questo caso si accede alla possibilità di compensare la Co2 emessa con crediti acquisiti attraverso la realizzazione di impianti ad energie rinnovabili, sempre certificati da enti terzi. Per esempio abbiamo seguito la realizzazione della trasformazione di una centrale da gasolio a biomasse in Val Tellina che ha evitato l’emissione di 10mila tonnellate di Co2 e offre il teleriscaldamento per circa 400 utenti e un parco eolico da 7 turbine nella regione del Tamil in India, che ha portato ad evitare circa 20mila tonnellate di Co2 oltre a fornire l’energia alla popolazione».

Un credito a quanta Co2 corrisponde?
«I valori in letteratura indicano che un credito corrisponde a 1 tonnellata di Co2, mentre nella riforestazione si considera che 1 albero in un ciclo di vita medio, ne assorba 700 chilogrammi».

Le richieste vengono per lo più da aziende?
«Circa il 60-65% delle compensazioni che facciamo sono per aziende, sia multinazionali che piccole aziende. Molte sono aziende che organizzano manifestazioni, eventi fieristici o musicali. Ma anche in questo caso interveniamo con il percorso di audit che accennavo prima. Il 20-25% delle richieste proviene da enti locali e il resto da cittadini»

Proprio ai cittadini si rivolgeva la campagna, il bosC02 di Natale no? E che risposta ha avuto?
«Una risposta che definirei assolutamente interessante. Sono stati circa 200 i cittadini che hanno aderito alla campagna fatta con Legambiente e questo ha permesso di piantumare 350 alberi nel parco del Po e dell’Orta in Piemonte, che corrispondono a circa 250 tonnellate di C02 compensata».

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