[16/01/2006] Urbanistica

Svendita spiagge, Della Seta scrive a Martini

LIVORNO. «Esercitate il vostro potere per impedire che si svenda il patrimonio di tutti per il vantaggio di pochi e che si continui a costruire sulle nostre coste già abbastanza antropizzate». Così Legambiente in una lettera inviata al presidente della Toscana Claudio Martini e a tutti i governatori si appella alle regioni. A firma del presidente nazionale dell’associazione ambientalista, Roberto Della Seta, la missiva chiede ai presidenti di Regione di prendere posizione in merito alle “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria 2006)”, appena approvate.

«Preoccupa fortemente – spiega Della Seta nel messaggio alle Regioni – quella norma (articolo 1 dal comma 602 al comma 612) che prevede la concessione dei beni demaniali marittimi per la realizzazione di grandi progetti di sviluppo turistico sulla base di un semplice accordo di programma e in deroga agli strumenti urbanistici vigenti».

«Un provvedimento estremamente pericoloso – dice Della Seta - che in cambio di un effimero ritorno ecomomico rischia di alienare per sempre un patrimonio inestimabile di paesaggio, storia, cultura e biodiversità unico al mondo. Con questo provvedimento i grossi gruppi imprenditoriali del settore immobiliare e turistico potrebbero progettare giganteschi villaggi turistici (una delle condizioni essenziali per l’approvazione del progetto è che ci siano almeno 250 addetti) sulla costa sventolando la prospettiva di un ritorno occupazionale che interesserà solo marginalmente la manodopera locale. E’ noto infatti che anche le realtà imprenditoriali turistiche più di successo riescono a garantire, a regime, un numero irrisorio di posti di lavoro e comunque fortemente stagionalizzati. A questo punto bisognerebbe confidare solo negli enti locali territoriali cui, in ultima istanza, spetterebbe l’onere di bloccare lo scempio ambientale e, d’altro canto, anche la responsabilità di rinunciare a un corposo investimento.

“E’ necessario – conclude il presidente di Legambiente - che le Regioni costiere esplicitino pubblicamente, da subito, la loro volontà di non applicare la norma in questione o, comunque, la propria intenzione ad esprimere parere negativo per qualsiasi progetto per la cui approvazione si faccia riferimento alla norma in questione. Sarebbe questo il modo, anche l’unico strumento, per stroncare sul nascere eventuali iniziative che rischierebbero, altrimenti, di creare pericolose quanto vane aspettative e di consolidare blocchi di interessi difficili poi da scardinare».

(nella foto la spiggia Barbarossa all´Isola d´Elba)

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