[04/02/2009] Energia

Raffineria di petrolio vendesi. Perché non pensare a una riconversione ecologica?

LIVORNO. L´Eni ha messo in vendita la raffineria di Livorno che dà lavoro a migliaia di persone tra interni ed indotto e per questo il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi ha inviato subito una lettera a Berlusconi per porre il problema alla sua attenzione, mentre stamani la questione è stata al centro del consiglio comunale e della comunicazione dello stesso primo cittadino.

Il numero di persone che lavora alla raffineria fa capire che sul piano sociale l´eventuale dismissione della raffineria senza alternative sarebbe un disastro per Livorno, ma sul piano ambientale qual è la situazione e quali sono le possibilità di far diventare questa eventualità un’opportunità?

Se lo chiede il capogruppo dei Verdi in consiglio comunale Gabriele Volpi che ricorda come «la raffineria di Stagno è da sempre uno stabilimento ad alto rischio, per attività e per ubicazione, e molto inquinante. Preso atto della crisi delle risorse petrolifere, questa potrebbe essere l´opportunità per una riconversione ecologica?»
Volpi ha quindi proposto la creazione di un´agenzia per la riconversione produttiva ed ecologica dello stabilimento che insiste su due milioni di metriquadri e che potrebbero essere gradualmente ridisegnati.

«La lettera del sindaco a Berlusconi a mio avviso - ha sostenuto Volpi - non coglie l´occasione che si presenta. Avrebbe dovuto puntare subito sulle energie rinnovabili e sulla loro filiera. Va bene non fare un passo indietro sulla bonifica delle aree inquinate, ma il sindaco avrebbe dovuto guardare oltre l´emergenza e proporre un progetto di lungo termine per rassicurare i lavoratori della raffineria».

«Altro aspetto - conclude Volpi - è quello della destinazione produttiva. Si deve evitare la trasformazione del sito in un impianto di solo stoccaggio e commercializzazione. Per questo l´iniziativa del sindaco è carente sotto due aspetti: sia su quello delle energie rinnovabili, sia su quello dei vincoli produttivi».

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