[04/02/2009] Comunicati

Science: i tremori svelano i movimenti interni della Terra

LIVORNO. Science ha pubblicato un articolo firmato di un gruppo di autori internazionali fra cui anche Mario La Rocca e Danilo Galluzzo, due ricercatori dell´Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

Secondo i ricercatori «Gli impercettibili tremori che si verificano a notevole profondità sotto la superficie terrestre possono aiutarci a capire importanti processi geodinamici».

L´articolo rende noti i risultati di uno studio condotto sui tremori profondi, chiamati "non vulcanici" perché si osservano in aree prive di attività vulcanica. E´ stata studiata dettagliatamente la zona della Cascadia, una complessa struttura geologica tra Canada ed Usa dove la zolla oceanica del Pacifico sprofonda verso il mantello, scivolando sotto la zolla del Nord America, con un processo geodinamico denominato subduzione.

Sul sito dell´Igv Sonia Topazio intervista uno degli autori, Mario La Rocca, sull´importanza dello studio dei tremori non vulcanici per approfondire le nostre conoscenze sulla tettonica delle placche, cioè quel processo dinamico globale che coinvolge la buccia più esterna del nostro pianeta per uno spessore medio di 80 km.
«L´accadimento del tremore non vulcanico osservato recentemente in diverse zone di subduzione (Giappone, Cascadia, Messico) è un processo che rilascia una enorme quantità di energia in modo molto graduale, e quindi innocuo. Gli episodi più forti in Cascadia durano da una a due settimane, rilasciando la stessa energia che un terremoto di magnitudo 6 libera in una decina di secondi.

Pertanto la sorgente del tremore si colloca in posizione intermedia tra la dinamica delle zolle tettoniche, che agisce su tempi lunghissimi (milioni di anni), e la dislocazione di faglie attive, che agisce in tempi brevissimi producendo i terremoti. Lo studio del tremore profondo non vulcanico potrebbe dare un notevole contributo alla conoscenza della dinamica a scala regionale e globale consentendo una più esauriente comprensione dei processi che liberano l´energia accumulata lungo i bordi delle placche in movimento».

Il ricercatore dell´Ingv spiega che «Il tremore profondo in Cascadia, oggetto del nostro studio, è stato registrato nel 2004 durante un esperimento realizzato in collaborazione con l´Università di Washington, Seattle. Sono stati utilizzati sismometri a tre componenti installati in configurazione di array in tre località lontane da centri abitati. La distanza dalle sorgenti di rumore antropico è un requisito essenziale per poter registrare questi segnali la cui intensità è veramente effimera. Il risultato più importante del nostro studio è che le sorgenti del tremore profondo risultano localizzate sulla superficie di contatto tra la zolla in subduzione e la zolla continentale.

Tremore profondo e slow slip, cioè i lenti scivolamenti che si osservano periodicamente tra le due placche nella stessa regione, risultano localizzati alla stessa profondità, tra 30 e 40 km. Questo e diversi altri risultati indicano che tremore profondo e slow slip sono in realtà due manifestazioni dello stesso fenomeno. E´ verosimile che l´accadimento del tremore profondo e dello slow slip lungo la zona di subduzione contribuisca ad aumentare il campo di stress nella fascia dove tipicamente si verificano forti terremoti. Pertanto la comprensione di questo complesso fenomeno potrebbe avere notevoli implicazioni nella previsione di forti terremoti generati da faglie inverse, tipici delle zone di subduzione».

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