[11/05/2006] Rifiuti

La confusione danneggia l´ambiente

LIVORNO: Prendiamo un cittadino toscano, magari residente in qualche paesino della Piana fiorentina e non necessariamente nei comuni più da vicino coinvolti nel toto-inceneritore. Mettiamo anche che questo cittadino si sforzi di leggere i quotidiani locali e infine mettiamoci pure che sia abbastanza interessato alle questioni dell’ambiente e che cerchi di capire qualcosa nella gigantesca bagarre legata alla gestione dei rifiuti e alla localizzazione dei conseguenti impianti, sia di recupero che di smaltimento. Che cosa si trova di fronte?

Legge di assessori e addetti ai lavori che un giorno definiscono ‘bombe ecologiche’ gli inceneritori valorizzando le discariche e il giorno dopo danno delle ‘bombe ecologiche’ alle discariche per valorizzare gli inceneritori.

Legge ambientalisti che sono anche politici e che sono anche addetti ai lavori che continuano a equivocare il trattamento dei rifiuti con lo smaltimento dei rifiuti.

Legge comici che nel nome della libertà del popolo si autoeleggono scienziati-dei-portatori di verità assolute e scienziati-tecnici-imprenditori titolari di società di consulenza che scoprono le nanopolveri, terribili particelle prodotte dagli inceneritori che ti si attaccano ai polmoni e ti distruggono la vita.

Legge chimici esperti che spiegano che le nanopolveri sono conosciute da almeno 30 anni e che la proporzione tra le nanoparticelle prodotte da un inceneritore sta in rapporto di uno a un milione con le nanoparticelle prodotte dallo smog del traffico o dal fumo di una sigaretta.

Legge ambientalisti storici che spiegano che le nanoparticelle sono il frutto delle grandi battaglie ambientaliste degli anni 80 e 90 per ottenere sistemi di abbattimento efficaci contro le diossine e che gli studi dimostrarono che il rischio provocato dalle nanopolveri era infinitesimale. Ed è per questo, si dice, che oggi i termovalorizzatori di terza generazione, bruciano a temperatura più alta neutralizzando le diossine ed emettendo nanopolveri che comunque esistono anche in natura.

Legge gli stessi scienziati-tecnici-imprenditori titolari di società di consulenza che spiegano che gli inceneritori consumano più energia di quanto ne producono e che invece i biodigestori (il famoso trattamento a freddo) producono energia senza produrre nanoparticelle.

E subito dopo legge ingegneri, che da una vita si occupano di gestione di rifiuti, che dicono che i digestori anaerobici degli impianti di trattamento a freddo (che in qualche giornale diventano "gestori anaerobici") consumano più energia di quanta ne producono, mentre i termovalorizzatori, poca o tanta, la producono eccome. E che il termovalorizzatore produce meno scarti dell’impianto di trattamento a freddo. Scarti (ceneri) che in ogni caso sono inertizzabili e riutilizzabili (come dimostra la Germania) nell´industria cementizia, mentre gli altri (quelli dei biodigestori) vanno reimmessi in discarica. Discarica che direttive europee, leggi nazionali e regionali, indicano come ultimo anello della catena dopo la riduzione il recupero di materia e il recupero di energia nei termovalorizzatori.

Legge comitati e tecnici-ingegneri-consulenti e politici che dicono che a parità di rifiuti in ingresso alla fine restano più residui da buttare in discarica se si utilizza l´incenerimento rispetto a quella che resta in un impianto di trattamento a freddo. E legge anche il suo contrario.

Legge assessori che dicono che bisogna ridurre la produzione di rifiuti attraverso l´imposizione per legge dell´utilizzo di materiale riciclato nelle pubbliche amministrazioni nel mentre queste leggi (nazionali e regionali) esistono da quasi un decennio e nessuno le rispetta e/o le fa rispettare. Legge che si ridurranno i rifiuti attraverso il coinvolgimento della grande distribuzione e dei soggetti economici interessati ma non sa che fine abbiano fatto gli accordi di programma esistenti fin dal gennaio 2003 e finalizzati agli stessi obiettivi. E legge, contemporaneamente assessori provinciali che dicono, dati alla mano che i rifiuti aumenteranno del 60%” da qui al 2017.

Legge professori di statistica che invitano a non commentare i suoi dati sull’incidenza delle malattie tra le popolazioni più vicine agli inceneritori e che però giudicano irrazionale discutere di 200 metri in più o in meno, mentre però evidenziano, con enfasi, che il dibattito sulle migliori tecniche di gestione dei rifiuti sarebbe "a una svolta", senza sapere che questa "svolta", in Toscana, dura da almeno 25 anni. Almeno da quando l´assessore regionale Marco Marcucci, nel 1980, evidenziò che nanogrammi e nanopolveri erano problemi infinitamente più piccoli di quelli, invece mastodontici di cui nessuno parla, relativi alle megatonnellate di rifiuti pericolosi che la toscana produce non avendo, ancora oggi, un solo luogo dove smaltirli correttamente. E così le invia in Germania o nelle discariche del nord attraverso una rete di autotrasportatori autorizzati che superano le 1.600 unità (e con emissioni presumibili di qualche nanoparticella in più).

Legge interviste dell’assurdo degne di un Beckett dove non si riesce a capire se non capisce nulla chi parla o non capisce nulla chi scrive (perché i giornalisti devono occuparsi di tutto e non possono sapere di tutto), oppure se non capiscono nulla entrambi.

Poi frastornato, confuso e infelice il nostro cittadino vorrebbe forse alzare bandiera bianca, ma ormai non può più dire nemmeno “vabbé, io sono di questo schieramento (centrodestra o centrosinistra) e dunque sostengo quello che dice il mio schieramento. No! Non è possibile neanche questo. Checchè ne dica Berlusconi, nei conflitti ambientali di carattere locale non c´è il centrosinistra che non vuole fare e il centrodestra che vuole fare. Sempre, comunque e dovunque, basta leggere le rassegne stampa anche di oggi (vedi l´impianto di compostaggio a Capannori) le posizioni su chi vuol fare e chi no, non sono assolutamente riferibili agli schieramenti e sono, invece, assolutamente intercambiabili secondo chi governa quel comune e/o quella regione.

Allora il nostro cittadino prova a ridurre il cerchio dei riferimenti e guarda al proprio partito. Niente. Neanche in questo caso è illuminato. Ds contro Ds, Verdi contro Verdi, Pdci contro Pdci, Margherita contro Margherita, Forza Italia contro Forza Italia e Alleanza nazionale contro Alleanza nazionale. Di qualsiasi impianto si parli tutti sono contro tutti.

Non solo, non funziona neanche più l´ultima risorsa: io sono ambientalista sicché sto con gli ambientalisti, che sicuramente stanno contro gli industrialisti, sviluppisti economicisti.

Non può fare neanche questo perché ci sono ambientalisti che non vogliono assolutamente nessun inceneritore e ambientalisti che ne vogliono tanti piccini, ambientalisti che ne vogliono solo uno ma che sia un megainceneritore perchè così è più facilmente controllabile; ambientalisti che non vogliono assolutamente nessun rigassificatore e ambientalisti che il rigassificatore lo vogliono Gnl invece che Lng, ambientalisti che temono che se scoppia il rigassificatore verranno rase al suolo democraticamente sia Pisa che Livorno e ambientalisti che di rigassificatori ne vogliono almeno uno, ambientalisti che non vogliono le pale eoliche e ambientalisti che le vogliono, ambientalisti che scoprono gli impianti di trattamento a freddo a Sidney e ce l´hanno dietro casa a Viareggio, ambientalisti che vogliono il recupero e paventano la solita "bomba ecologica" per un impianto di recupero di inerti o non vogliono l’impianto di compostaggio, ambientalisti che inneggiano al porta a porta e altri che organizzano cortei contro il porta a porta. Tutto documentato. Tutto documentabile.

Noi di greenreport.it non siamo fra i cultori della concertazione apriori. Noi siamo fra quelli che considerano il conflitto come il sale della democrazia, come fisiologico per qualsiasi decisione da assumere con cognizione di causa. Confronto, partecipazione, conflitto, decisione con cognizione di causa. Se manca l´ultimo anello, come sta mancando da qualche decennio, almeno sul tema dei rifiuti, in Toscana, allora tutto si riduce a patologica ginnastica mortificante e dispendiosa che scarica i suoi maggiori costi proprio sull´ambiente.

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