[05/02/2009] Rumore

Firenze, mappa acustica dell´aeroporto Vespucci: il rumore aumenta

FIRENZE. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), ha presentato la mappa acustica dell’aeroporto fiorentino Amerigo Vespucci. Dopo il report sui dati puntuali (il Dipartimento Arpat di Firenze effettua dal 1996 il monitoraggio dell’impatto acustico) relativi alle stazioni di misura, presentato nel 2008 e che complessivamente confermava una certa stabilità dei valori di Lva (Livello di valutazione del rumore aeroportuale) con una riduzione del rumore notturno, ora è stata presentata la mappa acustica 2007.

I numeri forniti da Arpat parlano chiaro: il rumore dovuto all’aeroporto sta aumentando e coinvolgendo un numero maggiore di persone. Il rumore non è continuo ma intenso: ogni 20 minuti gli abitanti che si trovano a Quaracchi o in alcune zone delle Piagge, se stanno dialogando in strada non riescono a sentirsi dato che il rumore degli aerei si aggiunge a quello di fondo della città. Dato che gli studi servirebbero per essere utilizzati dal decisore politico, come possono essere tradotti i dati in azioni sul territorio?

«Intanto una precisazione - spiega Sonia Cantoni, Direttore generale di Arpat - la verifica ed il controllo dei limiti di rumore spetta all’Ente gestore (Adf), noi facciamo una valutazione su questi dati. Arpat ha fornito questo studio al comune di Firenze e se ne può tenere conto in fase di pianificazione urbanistica, ad esempio nel piano strutturale, o nel regolamento urbanistico dato che ci sono indicazioni chiare sulle zone vulnerabili».

Naturalmente parlare di aeroporto a Firenze vuol dire anche incrociare i dati tecnici con le proposte politiche che sono state oggetto di dibattito nei mesi scorsi. Ad esempio cosa comporterebbe in termini di mappa acustica e di esposizione della popolazione al rumore, il cambiamento di direzione della pista, cioè posizionandola in modo parallelo all’autostrada? «Ad una prima visione sulla carta, che possono fare tutti - spiega Andrea Poggi Responsabile dell’Unità operativa Infrastrutture di mobilità, Reti elettriche e di comunicazione del Dipartimento Arpat di Firenze- il cono acustico, l’impronta, si estenderebbe verso una zona meno abitata. Quindi si avrebbe meno impatto. Ma invito ad alcune considerazioni: una nuova pista immagino si farebbe per allargare l’offerta. Attualmente a Firenze, che è un piccolo aeroporto con un traffico annuale di 2 milioni di passeggeri, atterrano solo piccoli aeromobili di nuova generazione ed il traffico notturno è molto limitato. Cosa succederebbe domani con la nuova pista? Che tipo di aerei ospiterebbe lo scalo? Quale sarebbe il traffico? Con la nuova pista si decollerebbe solo verso Sesto fiorentino o anche verso Firenze? E gli altri impatti? Quello sulle emissioni, sull’uso del suolo, considerato anche che la pista dovrebbe essere fatta in aree di pregio naturalistico. Prima di dare una valutazione definitiva è necessario dare risposta a queste domande ed è possibile farlo solo attraverso uno studio serio di fattibilità ambientale». «Del resto- chiosa Cantoni- almeno a nostra conoscenza nessun iter amministrativo in tal senso è stato avviato e nessuno ci ha chiesto niente».



Lo studio è stato realizzato in base a quanto previsto dalla direttiva europea 49/02 recepita dal Dlgs 194/05 che prevede per i principali comuni, la realizzazione di mappe acustiche. Dopo la mappa del rumore da traffico (elaborata da Arpat su incarico del comune di Firenze), ora l’agenzia si è concentrata sull’aeroporto aggiornando (come previsto da legge) la prima mappa acustica relativa all’anno 2002, attraverso un’elaborazione di nuovi dati che definiscono l’attuale impronta acustica dell’aeroporto rispetto alla popolazione residente anche nei territori dei comuni contermini.

Oltre a fornire il dato attuale sull’impatto (periodo aprile 2006-marzo 2007), nello studio è stato fatto un confronto con la mappa del 2002, ed è stata valutata la differenza di impatto che si avrebbe nella situazione attuale, se venisse abolita la procedura antirumore che impone ai veicoli in decollo una virata a destra (verso Campi Bisenzio) a quota 168 m. Inoltre è stato valutata quanta parte delle variazioni riscontrate nei numeri della popolazione esposta nelle varie fasce di rumore, sia dovuta ad una diversa impronta acustica e quanta invece a cambiamenti del numero della residenza.

Quest’ultimo dato è disponibile solo per il comune di Firenze. I dati presentati da Andrea Poggi Responsabile dell’Unità operativa Infrastrutture di Mobilità, Reti Elettriche e di Comunicazione del Dipartimento Arpat di Firenze, mostrano che in questi quattro anni si è verificato un incremento della popolazione esposta al rumore dell’aeroporto in particolare nella fascia di esposizione tra 60-65 dB di Lva. Se si considerano tutti i comuni interessati (Firenze, Sesto fiorentino, Scandicci, Campi Bisenzio, Lastra a Signa) la procedura antirumore complessivamente è vantaggiosa in particolare per la popolazione esposta sopra i 60 dB. Ovviamente in base ai due scenari si possono apprezzare differenze leggendo il dato comune per comune, ma la situazione più evidente riguarda il comune di Campi Bisenzio: senza la procedura antirumore i circa 3000 abitanti nel comune non sarebbero esposti a livelli di rumore anche se attualmente sono interessati alla fascia 50-55 db. Per quanto riguarda poi il comune di Firenze una parte consistente dell’incremento di popolazione esposta è dovuta all’aumento di popolazione residente nelle aree impattate dall’aeroporto ad eccezione della zona compresa tra 60-65 db. Quindi in questa fascia l’aumento da 681 esposti nel 2002 a 791 esposti nel 2007 è dovuta all’impatto acustico maggiore dell’aeroporto mentre nelle altre fasce l’aumento è dovuto anche a nuovi residenti insediati.

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