[05/02/2009] Consumo

Un´agricoltura diversa per nutrire il pianeta

LIVORNO: Dal quarto Congresso mondiale dell´agricoltura di conservazione, "Innovations for improving efficiency, equity and environment", in svolgimento nella capitale indiana New Delhi, sta venendo un messaggio molto chiaro. A riassumerlo meglio è stato l´intervento di Shivaji Pandey, direttore della Divisione produzione vegetale e protezione della piante della Fao: «Gli agricoltori di tutto il mondo dovranno presto passare a sistemi agricoli più sostenibili e produttivi per riuscire a produrre il cibo necessario per una popolazione mondiale in aumento e rispondere alle sfide del cambiamento climatico. Il mondo non ha alternative se non perseguire l´intensificazione sostenibile della produzione agricola per soddisfare la domanda crescente di cibo e di foraggio, per alleviare la povertà e proteggere le risorse naturali. L´agricoltura conservativa è un elemento essenziale di questa intensificazione. I metodi agricoli intensivi tradizionali hanno spesso contribuito a danneggiare l´ambiente, con la conseguenza di un calo della produttività, proprio quando invece il mondo deve raddoppiare la produzione alimentare per riuscire a dar da mangiare ad una popolazione che si prevede per il 2050 raggiungerà i nove miliardi di persone. In nome dell´intensificazione in molte parti del mondo i contadini hanno arato il terreno in eccesso, hanno utilizzato troppi fertilizzanti, troppi pesticidi ed hanno fatto un uso eccessivo d´acqua», ha affermato l´esperto. «Ma questo ha avuto conseguenze sull´equilibrio del suolo, dell´acqua, della terra, della biodiversità e su tutti i servizi offerti dagli ecosistemi. Tutto ciò ha causato un graduale calo dei rendimenti».

Al World Congress on conservation agricolture di New Delhi partecipano 1.000 esperti e politici provenienti da tutto il mondo che hanno individuato nell´agricoltura di conservazione uno degli elementi essenziali del cambiamento necessario. La conferenza era ospitata dall´Indian Council of Agruicultural research (Icar) e dall´Accademia Nazionale di Scienze agricole indiana (Naas). La Fo, L´Ifad ad altre organizzazioni indiane ed internazionali hanno contribuito alla sponsorizzazione ed all´organizzazione.

«L´agricoltura di conservazione, o agricoltura senza lavorazione – spiega la Fao - consiste in una serie di pratiche agronomiche che permettono una migliore gestione del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione, sulla struttura, sul contenuto di sostanza organica. Promuove un intervento minimo sul terreno, una maggiore copertura del suolo e la rotazione delle colture. Introdotta circa 30 anni fa, è oggi praticata a livello mondiale su circa 100 milioni di ettari di terra».

Nel 1960 un ettaro di terra coltivabile consentiva, a livello mondiale, di alimentare in media 2,4 persone. Nel 2005 questa cifra è aumentata a 4,6 persone per ettaro e per il 2050 le stime indicano che dovrà sostenere tra 6,1 e 6,4 persone. Questo indica con chiarezza che si dovrà produrre molto più cibo per ettaro. Ma se proseguirà l´attuale trend di crescita, la produttività agricola sarebbe destinato a calare dell´1,5% entro il 2030 e di un altro 0,9% tra il 2030 e il 2050. Una netta inversione, proprio mentre il mondo è in crescita demografica e in crisi ambientale, rispetto agli aumenti annui del 2,3% registrati dal 1961 ad oggi.

Nei Paesi in via di sviluppo va ancora peggio, se si tiene conto che proprio lì si concentra l´aumento di popolazione: i rendimenti delle colture sono calati dal 5% in più all´anno raggiunto negli anni ´80, al 2% nel 2005. Il rendimento del riso è sceso dal 3,2% all´1,2%, quello del mais è calato dal 3,1% all´1%. «L´agricoltura conservativa potrebbe non solo aiutare a far risalire la resa, ma avere anche importanti benefici dal punto di vista ambientale – spiega Pandey - Oltre a ristabilire la qualità del suolo, fa risparmiare sull´impiego di energia in agricoltura, riducendo l´impatto ambientale di un settore che attualmente incide per circa il 30% sul totale delle emissioni di gas serra. Potrebbe anche mitigare gli effetti del cambiamento climatico contribuendo a sequestrare carbonio nel suolo ed anche potenzialmente far risparmiare 1,200 Km3 di acqua l´anno da qui al 2030, dal momento che un terreno in sane condizioni trattiene maggiore umidità ed ha bisogno di minore irrigazione. Solo con un´intensificazione della produzione agricola che sia sostenibile si possono fare passi avanti verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio relativi alla riduzione di fame e povertà ed alla sostenibilità ambientale. Per il momento, andiamo nella direzione sbagliata»

Quel che manca è ancora una volta la consapevolezza della politica, ancora ferma al sogno del protrarsi all´infinito di una rivoluzione agricola di vecchio stampo che ha lasciato dietro di sé pesanti strascichi umani ed ambientali. Governi, donatori e tutte le parti in causa dovrebbero invece fornire sostegno politico e finanziario per assicurare una più ampia e rapida diffusione dell´agricoltura conservativa. Pandey raccomanda che vengano promosse «la formazione, la ricerca e la costituzione di organizzazioni contadine. Allo stesso tempo dovrebbero essere maggiormente disponibili le attrezzature necessarie, che dovrebbero essere fabbricate localmente».

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