[09/02/2009] Comunicati

Tempi orribili: per la sostenibilità, per la democrazia, per la libertà

FIRENZE. In Italia sono tempi orribili. Non solo perché è in atto una crisi economica gravissima, venuta da fuori, come nel 1929, del mercato come istituzione. Ma perché come nel 1929 dell’Italia fascista, alla crisi si risponde con l’inasprimento di misure liberticide. Gli storici dicono che non è corretto fare paragoni tra periodi diversi. Troppi però sono i punti di contatto per ignorarli o non rifletterci, e confrontarsi con quei tempi prodromici della tragedia nazionale consumatasi con la seconda guerra mondiale.

Non c’è per fortuna una prospettiva di guerra, anche perché l’Europa si è pacificata, ma gli altri ingredienti ci sono tutti: xenofobia e antisemitismo (che pescano a destra e a sinistra in particolare tra i giovani), crisi sociale e dell’occupazione, crisi delle istituzioni repubblicane di cui troppo a lungo si è voluto impedirne il dispiegamento democratico, crisi morale, perdita di prospettiva per le nuove generazioni.

E come allora eccolo, bello e pronto e confezionato: il “padre della Patria”, frutto anche questa volta, di una grave sottovalutazione del pericolo da parte delle classi industriali e potentati finanziari che come allora pensavano di utilizzarlo e controllarlo per i propri interessi, mentre le forze democratiche si sono divise e impantanate scherzando col fuoco.

Ecco le leggi liberticide, ecco lo stravolgimento della costituzione (della Carta nazionale che unica ci tiene ancora insieme), ecco le leggi razziste. Ecco il plauso o il silenzio della Chiesa.

E’ chiaro: dopo 15 anni, dopo che la modernizzazione del paese (degli anni sessanta e settanta) è stata sconfitta e ricacciata indietro di ottanta, si risponde alla più grave crisi economica e sociale del XX secolo e del XXI, appena cominciato, non con politiche di sviluppo sostenibile, nuova occupazione qualificata, lotta allo spreco, distribuzione del reddito più equa, crescita dei diritti degli individui, riforme democratiche, ma con la restrizione delle libertà, cominciando dai più deboli e trasformandoci in delatori come tanti “capicaseggiato”.

Uno solo che decide per tutti trasformando una democrazia (europea, nonostante tutto) in un “grande fratello” televisivo. Ma non è una facile battuta, è una tragedia.

Greenreport.it è un quotidiano che si occupa di ecologia e sviluppo sostenibile e possono apparire fuori luogo discorsi come questi. Ma si tenga presente il fatto fondamentale che lo sviluppo sostenibile, l’equilibrio tra sviluppo umano ed ecosistemi, è possibile solo con la piena crescita e consapevolezza democratica. Un paese impaurito di sé stesso e della globalizzazione, incarognito nei rapporti umani, incolto e videocondizionato, non potrà mai imboccare la strada della riconversione ecologica del sistema sociale e di quello economico. La battaglia per uscire dalla crisi economica, da quella ecologica e dei cambiamenti climatici, dal clima ideologico, da crociata, è prima di tutto una battaglia di democrazia, per la democrazia e la libertà.

Torna all'archivio