[10/02/2009] Parchi

Le balene franche insegnano ai cuccioli dove trovare il cibo

LIVORNO. Grazie ad uno studio commissionato da Ocean alliance´s whale conservation institute e dal Canadian whale institute, i biologi dell´università dello Utah hanno scoperto che i giovani di balena franca (Eubalena) imparano dalle loro madri dove trovare da mangiare, il che solleva non poche preoccupazioni sulle loro capacità di trovare nuovi siti di alimentazione nel caso che il cambiamento climatico in corso modifichi le loro tradizionali "dining areas". Il nuovo studio sta per essere pubblicato sul numero di febbraio di Molecular Ecologyed ed è il frutto di ricerche genetiche e chimiche che evidenziano come le madri balene insegnino ai cuccioli a trovare il cibo.

Uno degli autori dello studio, Vicky Rowntree, spiega che «Una delle principali preoccupazioni è: come possono affrontare il global warming le balene, e come può questo cambiare la posizione e l´abbondanza delle loro prede? Possono adattarsi imparando dalle loro madri o moriranno?». Studi precedenti avevano dimostrato che in presenza di un aumento delle temperature le balene franche meridionali mettono alla luce un minor numero di cuccioli perché l´acqua calda riduce la presenza di krill, i piccoli crostacei alla base della loro alimentazione. «Le balene franche meridionali consumano enormi quantità di cibo e viaggiano su grandi distanze per trovare adeguate quantità di piccole prede - " dice Jon Seger, professore di biologia presso l´Università dello Utah - Questo studio dimostra che le madri insegnano nel primo anno di vita ai loro piccoli, dove andare per il cibo nell´immensità del mare».

Lo studio ha monitorato quali siano i legami delle balene attraverso l´analisi del Dna materno ed ha confrontato la loro dieta con le informazioni ottenute attraverso i diversi tipi di isotopi e di elementi chimici trovati nella pelle dei cetacei. Due tecniche di ricerca utilizzate insieme per la prima volta e che hanno permesso agli scienziati americani di determinare che le mamme balena, i loro figli e gli altri cetacei che formano un gruppo familiare esteso, mangiano tutti nella stessa area.

Luciano Valenzuela, un ricercatore che fa un post-dottorato in biologia e che ha collaborato allo studio, spiega che «Le balene franche del nord Atlantico (Eubalaena glacialis) hanno modelli similari e gli scienziati hanno accesso alle loro zone di alimentazione, ma non sappiamo dove siano le aree di alimentazione delle balene dell´Atlantico del sud, quindi abbiamo dovuto utilizzare una combinazione di tecniche per questo segmento meridionale».

La ricerca viene da lontano: da 38 anni, Rowntree e i suoi colleghi, con la collaborazione dell´Instituto de conservación de Ballenas dell´Argentina, seguono un gruppo di balene franche dell´Atlantico meridionale (Eubalaena australis) che migrano per tre mesi ogni anno nella zona riproduttiva della Penisola di Valdés in Argentina che poi viene abbandonata dai cetacei e dai loro cuccioli per andare a cercare krill e copepodi nell´enorme banchetto dei mari australi.

All´epoca sanguinaria della caccia alle balene, tra il 1800 ed il 1900, si era empiricamente scoperto che le balene franche meridionali avevano 6 aree principali di alimentazione nell´Atlantico del sud, ma oggi gli scienziati non sanno dove questi cetacei mangino, per questo hanno deciso di attuare un approccio diverso da quello della semplice osservazione: dal 2003 al 2006, nel periodo settembre-ottobre, hanno cominciato a prelevare in maniera indolore piccoli lembi di pelle dagli enormi animali.

«Il campione di epidermide – spiega Valenzuela, è un po´ più grande delle dimensioni di una gomma di matita» e da quei campioni è stato analizzato il DNA mitocondriale, che viene ereditato solo dalla madre, che ha rivelato i rapporti familiari tra le balene. Una ricerca resa ancora più facile dal fatto che le protuberanze callose e biancastre che ornano la testa delle balene sono una vera e propria "carta di identità" per ogni singolo animale.

Sono stati analizzati anche le diverse forme di isotopi di carbonio e azoto presenti nei tessuti, e che si depositano nel corpo dei cetacei attraverso l´alimentazione, mettendo così un´altra "firma" rivelatrice del luogo di alimentazione visto che ogni area ha un suo isotopo caratteristico. Incrociando i dati di DNA ed isotopi è stato svelato il mistero preoccupante: le famiglie di balene sono fortemente legate alle proprie aree di alimentazione e la loro localizzazione viene trasmessa da madre in figlio. Una tradizione "culturale" che potrebbe essere sconvolta dal cambiamento climatico.

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