[11/02/2009] Acqua

I bacini idrici dei grandi fiumi dell´Asia meridionale in crisi ambientale e sociale

LIVORNO: «Il sovrasfruttamento, il cambiamento climatico e la cooperazione inadeguata tra Paesi minacciano alcuni dei più grandi bacini fluviali del mondo, che alimentano circa 750 milioni di persone». Sono queste le preoccupanti conclusioni a cui giunge il rapporto "Freshwater under threat: South Asia" dell´ United Nations environment programme (Unep ) e dell´Asian institute of technology (Ait) sullo stato delle risorse d´acqua dolce nei grandi bacini fluviali dell´Asia meridionale.

"Freshwater Under Threat: South Asia" è il primo di una serie di rapporti che l´Unep dedica all´Asia, altri due riguarderanno il Nord-est ed il Sud-est del continente, mentre è previsto anche un rapporto su alcuni bacini fluviali dell´Africa. L´obiettivo del rapporto è quello di completare gli sforzi di governi, Ong ed agenzie per lo sviluppo impegnati nel miglioramento dei sistemi idrici asiatici ed anche di fornire la conoscenza e la comprensione necessarie ad una cooperazione lungimirante tra f gli Stati per quel che riguarda la richiesta d´acqua.

Il rapporto passa in rassegna le principali minacce alla gestione delle risorse idriche e valuta le sfide con le quali si confronta una regione nella quale vive un quarto della popolazione mondiale e che comprende alcuni dei Paesi più poveri del mondo che hanno accesso a meno del 5% delle risorse globali d´acqua dolce.

A preoccupare sono i tre bacini fluviali transfrontalieri: Gange-Brahmapotra-Meghna (Gbm) che interessa Bangladesh, Bhutan, Cina, India, Nepal, il bacino dell´Indo (Afghanistan, Cina, India, Nepal e Pakistan) e il bacino dell´Helmand (´Afghanistan, Iran e Pakistan).

Secondo il direttore dell´Unep, Achim Steiner, «Questi grandi sistemi fluviali sono delle arterie economiche importanti ma anche dei vantaggi sociali ed ambientali per l´Asia del Sud. Investire sulla loro gestione sostenibile è quindi un investimento sulle priorità attuali e future dell´Asia e questo sarà un elemento centrale ed un fattore determinante della transizione».

Il rapporto utilizza un "indice di vulnerabilità" basato sulla mancanza delle risorse, la pressione dello sviluppo, la salute ecologica e le sfide gestionali per valutare la vulnerabilità di ognuno dei bacini idrografici Le principali conclusioni dello studio sono:

A lungo termine il cambiamento climatico è in grado di portare a gravi carenza idriche in tutti i bacini, perché circa il 67% dei ghiacciai himalayani stanno diminuendo, riducendo così i ruscellamento glaciale che alimenta i grandi fiumi.

Le risorse idriche dei bacini fluviali dell´Indo e dell´Helmand, sono particolarmente vulnerabili a causa soprattutto dell´insicurezza ecologica prodotta dalla diminuzione della copertura arborea e dal calo della qualità dell´acqua. Ad essere più colpito è il bacino dell´Indo a livello di risorse, soprattutto per quel che riguarda la disponibilità idrica procapite e e la riduzione delle precipitazioni, nonostante questo l´Indo è il più sfruttato tra i tre bacini.

I bacini Gbm e Helmand non hanno attualmente carenza d´acqua, ma le dotazioni e lo sfruttamento ineguale mostrano la necessità di sviluppare la gestione dell´intero bacino, soprattutto nel Gbm che al riguardo evidenzia una grande vulnerabilità.

Le falde idriche sotterranee calano ad un ritmo tra i 2 e i 4 metri all´anno in numerose aree del Gmb e dell´Indo a causa del pompaggio intenso, questo minaccia la qualità dei suoli e dell´acqua, producendo la salinizzazione delle acque freatiche.

Secondo il rapporto è necessario porre urgentemente attenzione ed accelerare lla ricerca sull´impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche, le infrastrutture e le pratiche gestionali necessarie per evitare danni che si presentano grvi per il futuro. Questo non sarà possibile senza un miglioramento della cooperazione tra i Paesi rivieraschi e la gestione integrata dei bacini.

Presentando il rapporto a New Delhi,il direttore regionale dell´Unep per l´Asia-Pacifico, Young-Woo Park, ha detto: «L´acqua è una risorsa vitale per la salute ed i mezzi di sussistenza delle persone, particolarmente in Asia del Sud, dove questi tre bacini fluviali transfrontalieri sostengono circa la metà del miliardo e mezzo di persone della regione, alcune delle quali sono le persone più povere del mondo».

Secondo Mukand Babel dell´Ait «Questa risorsa vitale fa fronte ad un certo numero di minacce: dalla forte crescita demografica ai modi di consumo non sostenibile, dalla cattiva gestione all´utilizzo delle risorse idriche, dall´inquinamento agli investimenti insufficienti nelle infrastrutture, così come al cambiamento ambientale, e particolarmente il cambiamento climatico. Questa situazione è esacerbata perché I poveri sono particolarmente vulnerabili».

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