[16/02/2009] Comunicati

Clima, il surriscaldamento futuro è «sottostimato»?

FIRENZE. Il surriscaldamento globale potrebbe rivelarsi in futuro più forte rispetto a quanto attualmente prospettato dai modelli probabilistici presenti nel quarto rapporto Ipcc. Questo perchè la crescita dei gas climalteranti in atmosfera dal 2000 al 2007 è stata maggiore di quanto ritenuto in precedenza, soprattutto a causa delle emissioni provenienti da centrali a carbone situate in Cina e India.

Non di un nuovo studio si tratta, ma delle dichiarazioni che Chris Field ha rilasciato ieri a Chicago durante la sessione dell’american Science conference, e che sono state riprese prima dalla Bbc e poi riportate in Italia da vari organi di stampa.

Field, ordinario di Biologia e scienze geo-ambientali a Stanford e membro del Carnege institute di Washington, è stato eletto nel settembre 2008 co-direttore del secondo gruppo di lavoro del panel dell’Ipcc, e da questa posizione sta coordinando la stesura del quinto rapporto Ipcc, che come sappiamo dovrebbe vedere la luce nel 2014.

E’ chiaro quindi che il suo allarme non può essere preso sottogamba: secondo Field «ci attende un clima futuro che sarà oltre ciò che finora abbiamo considerato seriamente nella politica climatica», e «senza un’azione efficace, il cambiamento climatico sarà più forte e più difficile da affrontare di quanto pensato finora».

Nelle scorse settimane già alcuni studi autorevoli avevano ipotizzato che le previsioni contenute nel quarto rapporto Ipcc andassero aggiornate al peggio: il 15 gennaio il Worldwatch institute aveva calcolato una previsione di crescita dei mari entro un secolo superiore al metro, ben maggiore del range da 18 a 59 cm che è prospettato (entro il 2090-2099, rispetto alla media 1980-1999) nel rapporto Ipcc. Altre ricerche citate dal Worldwatch supponevano un impatto maggiore di quanto atteso riguardo alla disponibilità idrica e alimentare. E va ricordato anche lo studio, condotto da ricercatori svizzeri e francesi e coordinato da Susan Solomon della Noaa, che il 27 gennaio scorso ipotizzava una maggiore irreversibilità di alcune conseguenze del Gw (per esempio la diminuizione delle precipitazioni in varie regioni) rispetto a quanto ritenuto.

E oggi si aggiungono le dichiarazioni di Field, che non solo è parte integrante del panel di scienziati che hanno partecipato alla stesura del quarto rapporto (come la Solomon e alcuni membri dello stesso Worldwatch) ma anzi è coordinatore di uno dei quattro principali gruppi di lavoro. Vedremo in futuro quanto questa presa di posizione, proveniente da un pulpito così autorevole, influirà sulle ricerche condotte in direzione di una maggiore accuratezza delle previsioni climatiche: ricordiamo che allo stato attuale l’Ipcc ipotizza un surriscaldamento che al 2090-2099 potrebbe andare, a seconda dello scenario socio-economico preso in considerazione, da 1,1-2,9° C (scenario B1) fino ai 2,4-6,4° C dello scenario A1FI.

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