[18/02/2009] Energia

Lo strano tentativo di golpe petrolifero in Guinea Equatoriale

LIVORNO. La calma sembra essere tornata per le strade di Malabo (Nella foto), la piccola capitale della Guinea Equatoriale, uno degli Stati forse meno conosciuti del mondo, una piccola ex colonia spagnola che galleggia su un mare di petrolio che ha molti e pericolosi pretendenti. «La guardia presidenziale della Guinea Equatoriale, appoggiata dalle forze di difesa terrestri, aeree e navali, ha respinto prontamente martedì mattina a Malabo un attacco di un gruppo di assalitori fortemente armati venuti dal mare - ha informato la radio nazionale del vicino Camerun – Secondo le autorità equato-guineane non si tratta di un colpo di Stato, ma piuttosto di un´operazione condotta da terroristi venuti dal Delta del Niger che volevano entrare nel palazzo presidenziale». Ma come si è visto successivamente la radio nazionale ha corretto la propria versione: secondo il portavoce del regime al potere, Jeronimo Osa, ieri sono stati sparati numerosi colpi di arma da fuoco contro il palazzo presidenziale e le autorità di Malabo parlano di un «tentativo di colpo di Stato», mentre le forze di sicurezza avrebbero respinto un «attacco condotto da mercenari venuti dal mare» e probabilmente provenienti dal Delta del Niger, nel sud della Nigeria.

Le autorità equato-giuneane accusano esplicitamente il Movimento per l´Emancipazione del Delta del Niger (Mend), il principale gruppo autonomista nigeriano noto anche da noi per il rapimento di tecnici italiani, che però dice: «Non siamo in alcun modo coinvolti nell´attacco». Secondo quanto ha dichiarato oggi a Radio France internationale il portavoce del governo, l´attacco al palazzo presidenziale avrebbe fatto «diverse vittime» e il tentativo di golpe potrebbe essere avvenuto approfittando dell´assenza dell´onnipotente Capo di Stato, Téodoro Obiang Nguéma Mbazogo, in visita all´estero.

Jeronimo Osa ha detto all´agenzia di stampa spagnola Efe che «Attualmente la situazione è calma» ma nell´assalto sarebbero morte due persone, non si sa se tra i militari governativi o tra i "mercenari". Questo attacco non è il primo di questo tipo nella regione del Golfo di Guinea: Nel 2007 un gruppo di uomini armati aveva assalito delle banche a Bata, la ex capitale situata nella parte continentale di Mbini (Rio Muni al tempo del dominio spagnolo) del piccolo Paese con poco più di mezzo milione di abitanti, grande 28.051 km2 e che comprende anche l´isola di Bioko (già Fernando Poo).

I banditi venuti dal mare nel 2008 avevano assalito anche tre banche a Limbe nel sud del Camerun. Ma l´attacco sembra stavolta di natura diversa, visto che è stato colpito direttamente il palazzo presidenziale simbolo del potere di un regime frutto di una storia oscura e sanguinosa, ma corteggiato da molte potenze che però sarebbero pronte a sostituirlo in caso di accordi petroliferi non graditi. In molti pensano che le rapine precedenti potessero servire come fonte di finanziamento per i gruppi di ribelli nigeriani che operano nel Delta del Niger, è probabile che stavolta si sia fatto il salto di qualità, tentando uno dei tanti golpe su commissione già tentati in Africa, per esempio nelle Comore, utilizzando mercenari. Stavolta c´è di mezzo il petrolio ed un regime che, pur non certo famoso per la sua trasparenza democratica, mostra una debolezza ed un´arretratezza che hanno fatto pensare di avere di fronte una facile preda.

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