[12/05/2006] Parchi

Artusa: rivedere leggi regionali su aree protette e biodiversità

LIVORNO. Il convegno sul ruolo delle aree protette livornesi e pisane nel sistema regionale toscano si è concluso con un ampio intervento dell’assessore regionale all’ambiente Marino Artusa, che ha ricordato che «è finita l’era dei commissariamenti dei parchi nazionali. Una politica sciagurata che ha impedito il funzionamento democratico delle nostre 3 aree protette nazionali. Presto avremo una gestione normale che è il presupposto per far bene le cose. In questi anni – ha spiegato Artusa – a livello nazionale nei parchi si è investito sempre meno, ma la regione ha mantenuto fermissima la barra della protezione ambientale, sia aumentando le aree protette che le risorse di bilancio».

«Abbiamo proposto – ha sottolineato l’assessore - le secche della Meloria come area marina protetta, si è fatto un buon lavoro di tessitura, ma dopo un anno non abbiamo ancora il decreto attuativo che ci era stato promesso per il mese di aprile, questo non è accaduto e non va bene».

Poi l’assessore ha esortato ad uscire da una visione municipalistica di parchi ed Anpil: «il sistema dei parchi toscani – ha detto – è vasto e di eccellenza, con riconoscimenti europei e dell’Unesco per alcune realtà. Dobbiamo fare di più. C’è bisogno di rivedere la legge regionale sulle aree protette, di fare il punto. E’ una buona legge ma ci sono delle criticità da risolvere, tra le quali le Anpil, una grande invenzione ma che non dappertutto funziona allo stesso modo. Bisogna omogeneizzare le gestioni con un regolamento regionale e le stesse Anpil si costituiranno solo solla base di un regolamento».

Per Artusa è anche da aggiornare la legge toscana 56/2000 sulla biodiversità. «Il grande passaggio – ha spiegato – sono i corridoi ecologici. La regione è ben cosciente di avere un grande patrimonio che va protetto per le generazioni future ma anche per chi oggi vive e lavora in Toscana».


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