[25/02/2009] Parchi

Caccia. Lettera aperta al senatore Orsi: «E’ sempre il momento di parlare»

ROMA. Il senatore Franco Orsi, nella lettera aperta del 13 febbraio scorso pubblicata in vari siti web, affronta alcuni argomenti che richiedono qualche considerazione. A partire dal titolo dato all’intervento: “E’ arrivato il momento di parlare”. Cosa intende il senatore Orsi con tale espressione? Forse che fino ad oggi non abbia parlato in modo del tutto libero e sincero?

Con tutta evidenza si tratta di un interrogativo non irrilevante, che spinge a chiedersi come vada inteso ciò che il senatore Orsi ha affermato nelle settimane scorse, cioè prima di questo momento di verità. Ad esempio, come si debbano interpretare le cose dette nel corso delle audizioni in Comitato ristretto, o negli incontri con il Tavolo degli Stakeholders, o nei numerosi colloqui avuti con i rappresentanti di quel Tavolo, o negli interventi pubblici, o nei documenti scritti e diffusi.

E a proposito dei documenti del senatore Orsi, ci domandiamo: come dovremmo leggere quello intitolato “Temi di aggiornamento della legge 157” che il senatore consegnò al Tavolo degli Stakeholders nella riunione del 9 dicembre scorso, per esporre i capitoli su cui avrebbe aggiornato la 157/92? Caccia di selezione, miglioramento della raccolta dati sulla pressione venatoria, irrobustimento degli esami di abilitazione, riconoscimento giuridico degli ATC, vincoli urbanistici da apporre nei SIC - Siti di Importanza Comunitaria, riconoscimento dei cittadini dell’UE ad iscriversi agli ATC, multifunzionalità dell’impresa agricola. Questi sarebbero dovuti essere, a scorrere lo scritto del senatore Orsi, i 7-8 punti su cui egli avrebbe impostato il testo di riforma.

Salvo poi leggere la prima versione del suo disegno di legge, diffusa il 21 gennaio, e scoprire tutt’altro: la cancellazione dell’interesse nazionale per la tutela della fauna, la scomparsa della definizione di specie superprotette, la liberalizzazione dei richiami vivi e la sparizione degli anellini di riconoscimento, la liberalizzazione dell’imbalsamazione per tutti i 700.000 cacciatori, la comunalizzazione delle deroghe, la sostituzione dell’ex INFS con istituti regionali, la caccia in deroga nei parchi, la caccia a 16 anni, il piombo nichelato nelle zone umide, la sostanziale cancellazione degli ATC, il ritorno all’uso degli animali come zimbelli, la caccia in presenza di neve e ghiaccio, la liberalizzazione totale dell’attività venatoria nelle aziende private e così via.

Insomma, una qualche leggera discrepanza.

Analogamente, come dovremmo considerare l’impegno assunto dal senatore di lasciare al Tavolo, per la formulazione delle proprie proposte, tempo fino al 10 febbraio (“i giorni della merla”, si disse), quando il senatore Orsi un testo lo avrebbe invece diffuso il 21 gennaio, cioè ben tre settimane prima di quella data? “Parola più parola meno, il testo ufficiale è questo”, ci dirà il senatore. E l’annunciata volontà di attendere le proposte del Tavolo?

E che dire poi delle ripetute considerazioni del senatore Orsi (anche nel corso dell’incontro del 9 dicembre) in merito all’articolo 18? “E’ inutile perdere tempo su una specie di Oca in più”; “Le date non sono un aspetto importante”. “L’articolo 18 non ci interessa”, o addirittura “l’articolo 18 non è il tema della riforma”. “Da posticipare”, ci dirà il senatore Orsi, “è la chiusura serale e non la chiusura stagionale”. Pensieri espressi in varie occasioni, dinanzi ai rappresentanti del Tavolo o in molti colloqui con i suoi componenti. Salvo poi leggere il senatore Orsi, nella missiva in oggetto, che ragiona di caccia a febbraio.

Ora però tali discrepanze sembrano avere una spiegazione: il senatore Orsi, per qualche ragione a noi ignota, non aveva parlato liberamente. Adesso, invece, “è venuto il momento di parlare”.

Per parte nostra ne siamo felici, e anzi raccoglieremo l’invito alla chiarezza, alla libertà di parola e alla trasparenza, che a noi mai sono mancate ma che tuttavia vogliamo rilanciare, perché troppo delicata è la materia del contendere e nessuna zona d’ombra, né argomento strumentale, devono in alcun modo oscurarla.
E dunque ci pare necessaria, a tal proposito, una considerazione su un altro tema toccato dal senatore Orsi: i danni da fauna. Tema complesso, da approfondire nella genesi, nelle dinamiche e nelle dimensioni ma da affrontare con soluzioni efficaci e tutt’altro che propagandistiche.

Ma ci chiediamo: se il senatore Orsi ritiene che il punto chiave sia questo, e che riscontri rapidissimi vadano dati ad agricoltori ed amministratori, cosa c’entrano i richiami vivi, le civette usate come zimbelli, la tassidermia fai da te, la riduzione della vigilanza o la caccia senza regole nelle aziende private, insomma tutte quelle avventatezze che corrompono il suo testo e non fanno e faranno che complicarne il percorso, ostacolarlo, procurargli fondatissime critiche e inevitabili attacchi?

Se il problema urgente sono davvero i danni da fauna, allora dedichi gli sforzi a quel tema.
Di più: favorisca lo specifico lavoro già avviato in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, sgomberando il campo dal pesante dubbio che la questione dei danni sia solo strumentale a ciò che in realtà gli interessa: la rimozione dei vincoli venatori. Peraltro, è lo stesso senatore Orsi, in questo momento di verità, a generare in tal senso un sospetto: “Pensare di affrontare una riforma senza allentare i vincoli venatori è improponibile”. Tradendo così una visione davvero meccanica e per certi versi arcaica – sia detto rispettosamente - del concetto di ambiente e persino del concetto di riforma.

Questi sono i temi veri su cui tracciare lo strettissimo solco della riforma. Non la rimozione dell’interesse nazionale. Non le civette legate per zampe e ali!

Il Tavolo degli Stakeholders, composto da 11 sigle del mondo agricolo, venatorio e ambientalista ha avviato un lavoro serio e importante. Difficile, complesso, delicato, persino doloroso ma molto serio e importante. Un lavoro che in anni e anni non era mai avvenuto e che guarda al presente e soprattutto al futuro del Paese.
Se il senatore Orsi pensa di svestire i panni del “senatore”, come da lui stesso dichiarato, e vestire quelli del “cacciatore”, è una sua scelta. Se ritiene di battere la strada dei richiami vivi piuttosto che quella della soluzione ai problemi, è un suo diritto anch’esso. Insomma, se più che riformare la legge intende deformarla, ci provi e se ne assuma gli oneri. Noi, per intanto, raccogliamo il suo invito a “parlare”. Parleremo al Tavolo, alla politica, alla gente. Racconteremo gli eventi, esporremo i dati e i fatti. Racconteremo quanti territori e habitat hanno perso gli animali selvatici, quanti ostacoli e difficoltà devono superare, quante specie soffrono, quali risposte di civiltà e vera modernità dovremmo dare in tal senso e cosa ci chiedono l’Unione europea e la comunità internazionale e non è stato ancora fatto.

E racconteremo ciò che accade in questa vicenda: il tentativo di riforma, o forse controriforma della 157/92. Perché ci sia chiarezza e informazione su una materia che interessa i cittadini, e non ci siano zone d’ombra, in un mondo in cui il confine tra interesse sociale e interesse “politico”, tra riforma e propaganda, tra gioco ad unire e gioco a dividere è più labile di quanto, in prima battuta, appaia a chiunque.

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