[25/02/2009] Vivere con cura di Marinella Correggia

Un mercato a filiera corta da imitare in tutti i suoi aspetti

RIETI. Si stanno velocemente diffondendo i mercati contadini che permettono un incontro diretto fra offerta di alimenti da parte dei produttori, in genere tartassati dai bassissimi prezzi offerti loro dai grossisti, e domanda di alimenti da parte di consumatori non ricchi che però vorrebbero evitare di avvelenarsi con cibi a basso prezzo made in chissà dove.

Il rapporto diretto fra produttori e consumatori locali (filiera corta) è un modello che elimina i passaggi intermedi con vantaggi sia di tipo economico (per entrambi gli anelli della catena… tenendo fuori le catene dei supermercati!) sia di tipo ecologico perché i prodotti hanno fatto pochi chilometri e non il giro del mondo come quelli – freschi o trasformati – che troviamo al supermercato, magari con la scritta “confezionato in Italia” (le materie prime però possono arrivare da mezzo mondo o anche dal mondo intero). La spesa cosiddetta “a chilometro zero” ha un impatto di gran lunga minore sul riscaldamento climatico e allo spreco di combustibili fossili.

I genuini “mercati contadini senza mercanti” poi, sostengono l’idea di un’agricoltura in parternariato che impegna reciprocamente produttore e consumatore e tende a sviluppare le piccole economie locali attraverso un sistema di produzione basato sul ruolo attivo del consumatore. In quelle fiere, se periodiche, si incontrano anche, oltre ai movimenti contadini di cui diventare partner, gruppi d´acquisto ai quali poi aggregarsi (e l’acquisto diretto diventa perenne anche se cambia forma), di mobilità sostenibile, case comuni, ecovillaggi, fonti rinnovabili, artigiani, artisti. Per ‘connettere’ per quanto possibile realtà tipo la ciclofficina in città e nuova contadinità in campagna, per dare gambe a progetti comuni.

Ma alcuni mercatini vanno un po’ più in là. Il “mercato contadino e delle arti” che si tiene il prossimo primo marzo nello spazio Casacuma (“luogo di ritrovo di artisti”) a via Cuma Licola 223 a Pozzuoli, oltre a tendere al chilometro zero e alla spesa buona e popolare si propone di sviluppare lo scambio gratuito e l’idea di riduzione dei rifiuti. Intanto è previsto lo scambio gratuito di semi e piantine di ortaggi.

Ma non solo. La “convocazione” del mercatino di Pozzuoli è anche un appello a chi ci sarà ad arrivare attrezzato: ”A Casacuma non si utilizza plastica e l´unico lavello che abbiamo non basta rispetto al numero di persone che arrivano pertanto ognuno è invitato a venire munito di bicchiere/ gavetta, piatto e posate”. Come abbiamo già detto in Vivere con cura, arrivare attrezzati, a una festa o a un mercatino, è un comportamento per il futuro. Le stoviglie usa e getta ‘biodegradabili’ di mais o che altro sono pur sempre uno spreco dall’oneroso ciclo produttivo agricolo e industriale.

Un modello da imitare, questo mercatino, da proporre dove viviamo con la collaborazione di produttori, cittadini e amministrazioni locali. Magari aggiungendo, sempre in nome dei rifiuti zero e del no all’usa e getta, l’appello seguente: “Non si distribuiranno buste di plastica, portatevi da casa i contenitori”. Uno dei punti deboli di questo tipo di incontri, infatti, è che alla fine tutto finisce in un’orgia di shopper.

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