[15/05/2006] Comunicati

D´Angelis: «Sì a una lobby trasversale di tutti gli ambientalisti»

FIRENZE. Il presidente della commissione ambiente e territorio del consiglio regionale, Erasmo D’Angelis (nella foto), accoglie con favore la proposta del portavoce nazionale di Sinistra Ecologista Fabrizio Vigni, che nei giorni scorsi ha lanciato un appello per unire gli ambientalisti dell’Ulivo.
«La proposta mi sembra utile perché sicuramente il prossimo governo dovrà affrontare delle emegenze ambientali e impegni ineludibili per quanto riguarda la riduzione delle emissioni dei gas serra, le tematiche relative ad acqua, rifiuti, tutela del paesaggio, messa in sicurezza idraulica… Grandi questioni che sono grandi opere pubbliche, che richiedono investimenti massicci e certi».

Questa ‘unione degli ambientalisti’, su cosa dovrebbe far perno secondo lei?
«Sul futuro sostenibile e sulla qualità della vita. Il vero tema è capire come all’interno della nuova finanziaria troveranno spazio le questioni ambientali: ecco quale deve essere l’obiettivo di questo nuovo gruppo, riuscire a far diventare l’ambiente tema dello sviluppo complessivo del Paese.
Questa secondo me sarà la vera novità di una stagione che chiama tutti a un impegno concreto sul fronte della sostenibilità ambientale se l’ambientalismo è forte, se ci sono proposte forti e concrete di governo, che magari siano in grado di sviluppare l’occupazione, allora davvero si aprirà una stagione interessante, per mettere in sicurezza l’Italia, per garantire l’industria, la ricerca, la qualità».

Vigni ha proposto l’unione degli ecologisti dell’Ulivo, non degli ecologisti dell’Unione, come mai?
«Intanto per quanto riguarda l’Ulivo va detto che la sensibilità è molto vasta e trasversale e ci sono tutte le premesse perché diventi sensibilità di tutto il governo Prodi. Partiamo dall’Ulivo, ma poi ci sono Verdi, Comunisti italiani, anche nel centrodestra esistono sensibilità del genere. Per cui secondo me l’unione è importante quanto è importante evitare il rischio di rinchiuderci dentro il recinto di pochi ambientalisti che portano avanti battaglie giuste ma che poi non divengono programma di governo».

Quindi un’unione aperta?
«Sì, dobbiamo essere molto aperti, essere in grado di parlare anche al mondo dell’industria. E a quella parte della politica che magari su certi temi è ancora un po’ in ritardo: la scommessa è rompere la chiusura di tanti che vendono ancora oggi l’ambientalismo come la somma dei no, che frenano lo sviluppo, che forse era in parte vero 30 anni fa. Questo nuovo gruppo deve quindi diventare una vera e propria lobby trasversale, un po’ come ha fatto Legambiente in questi anni, creando davvero una rete di interessi trasversali. Anche perché parlare tra noi che siamo tutti d’accordo sarebbe troppo facile e inutile»

Gli ambientalisti sono tutti d’accordo su cosa? Le divisione sui temi ambientali, almeno in Toscana, sono dentro gli ambientalisti, dentro ciascuno dei due poli, dentro gli stessi partiti.
«No, non sono d’accordo. A volte c’è qualche divisione sulla localizzazione degli impianti, ma sui grandi temi siamo quasi tutti d’accordo: sulla messa in sicurezza dal pericolo delle alluvioni, sul tema dell’acqua, sul tema delle differenziate, del riuso e riciclo, sull’apertura di un mercato per le materie prime seconde, sulla difesa del territorio, sull’abbattimento degli ecomostri…. Come vede sulle grandi questione siamo d’accordo e siamo pronti.
Le divergenze sono eventi marginali, non si può certo ridurre la questione ambientale della programmazione di governo alle diatribe con Italia Nostra sul parco eolico di Scansano o con altri sui termovalorizzatori. E anche la vicenda del rigassificatore è un episodio locale che viene accanto, prima e dopo una vicenda gigantesca sul mercato delle energie, dove noi siamo tutti della stessa opinione, sulla necessitàà di una strategia diversa e centrata sulle rinnovabili».

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