[25/02/2009] Energia

Centrale atomica a Pianosa o a Montalto di Castro?

FIRENZE. L’accordo nucleare tra Sarkozy e Berlusconi fa risorgere in Toscana due fantasmi nucleari: uno, quello di Montalto di Castro (nella foto), evocato dallo stesso ministro Scajola, l’altro quello di Pianosa spuntato fuori nuovamente nell’estate 2008.

Secondo Erasmo D’Angelis (Pd), presidente della Commissione territorio e ambiente del consiglio regionale, «Localizzare una vecchia e pericolosa centrale nucleare modello francese in un qualche territorio della Toscana è un sogno da dottor Stranamore, lo scienziato matto che aveva il simpatico volto di Peter Sellers. Pura follia le ipotesi di fonte governativa che stanno circolando e che riguardano addirittura Pianosa, l’isola protetta nel più grande parco naturale marino d’Europa, o Montalto di Castro in piena Maremma. Il nucleare che c’è oggi è la fonte energetica più costosa e più rischiosa perché resta aperta la questione dello smaltimento delle scorie radioattive, il problema della garanzia di sicurezza dell’impianto e dei cittadini, i costi altissimi che lo rendono improponibile e che immobilizzerebbero per anni milioni di euro sottratti all`efficienza energetica e alle fonti rinnovabili. Impressiona la superficialità del governo Berlusconi che fa propaganda non riuscendo nemmeno a finanziare la ricerca italiana del cosiddetto “nucleare pulito” o di “quarta generazione” i cui prototipi industriali saranno pronti non prima del 2025. Il ricorso al nucleare gli italiani lo hanno già bocciato e da tempo le famiglie e le imprese stanno investendo sul risparmio e sulle rinnovabili. Il Piano energetico della Toscana non prevede l’installazione di centrali sul territorio regionale che sfruttino l’energia atomica. La nostra politica energetica è centrata sul ricorso massiccio alle rinnovabili e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento che vede nel metano un carburante di transizione. La verità è che il nostro governo, unico paese industrializzato del mondo, cerca in tutti i modi di indebolire l`impegno italiano per una nuova politica energetica».

E proprio contro la politica energetica regionale punta a testa bassa (e non senza qualche contraddizione) il consigliere regionale di Forza Italia Maurizio Dinelli : «No, no e ancora no. La sinistra toscana è sempre più prigioniera della sindrome dell’anti-berlusconismo e per quanto riguarda termovalorizzatori e delle centrali nucleari della sindrome “nimby” (facciamoli, non nel nostro giardino). No: ai Centri di identificazione ed espulsione, no: ai termovalorizzatori, no: ai rigassificatori ed oggi, no: al nucleare».

Peccato che Dinelli non sappia (o faccia finta di non sapere) che dietro ad ognuno di questi no, come ha più volte documentato la stampa locale, ci sia quasi sempre schierato localmente il centro-destra, che spesso capeggia la protesta e utilizza a piene mani la sindrome Nimby quando a proporre quegli impianti sono amministrazioni di centro-sinistra. L’ultimo caso extra-toscano è quello delle elezioni sarde, dove Berlusconi e Scajola si sono sbracciati sui palchi dei comizi per assicurare che nessuna centrale nucleare sarebbe stata fatta sull’isola.

Comunque per l’esponente del centro-destra toscano la spiegazione è semplice: «Tutto ciò che viene dal Governo Berlusconi non va bene per definizione. Questa la filosofica della sinistra toscana che sta penalizzando la nostra regione da decenni. Da anni l’Italia lamenta la mancanza di un piano energetico serio che faccia uscire il nostro Paese da una dipendenza asfissiante che sta pesando sulla competitività dell’intero sistema nazione. Di fronte a questa situazione che i governi di centrosinistra non hanno risolto, si torna ad issare barricate ideologiche contro decisioni sacrosante che porteranno l’Italia fuori dall’emergenza energetica. Reazioni quanto mai immotivate anche dal punto di vista della sicurezza visto che fior di centrali atomiche sono collocate a due passi dal nostro confine sia in Francia, come in Svizzera. I rischi sono identici e l’unico risultato di questo stato di cose è che questi Paesi rivendono l’energia in eccesso anche in Italia facendo pagare il 30% in più alle nostre famiglie. Ma di questo non si parla. E non si parla neppure di come lor signori intendano risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico. L’arma spuntata delle fonti rinnovabili (sic!) non tiene più. Tanto che oggi anche l’ambientalista Chicco Testa ha dovuto ricredersi».

Alle granitiche certezze nucleariste di Dinelli risponde indirettamente il consigliere regionale dei Verdi Mario Lupi: «Il ricorso all’energia nucleare alla luce delle conoscenze diffuse ha a che fare con un’energia che non è né abbondante, né pulita, né a basso costo. Mentre gli Usa investono sulle fonti rinnovabili e sul solare e nessuna impresa privata si azzarda ad investe capitali su una scelta costosissima e insicura come quella nucleare, il Governo italiano sottoscrive un accordo con la Francia che ripropone una scelta assolutamente antieconomica. Il nucleare ancora oggi non ha risolto i fondamentali problemi delle scorie e della sicurezza, rimanendo la tecnologia più rischiosa e più costosa della Terra. Esattamente 22 anni fa si tenne il referendum nel quale la stragrande maggioranza dei cittadini italiani disse no alle centrali nucleari nel nostro Paese. E noi dobbiamo rivendicare quella scelta forte, ricordando che ancora oggi, in tutti i sondaggi autorevoli che si sono realizzati, la maggioranza degli italiani non vuole costruire le centrali nucleari. Il nucleare è una scelta del passato e riproporlo sarebbe un gigantesco spreco di soldi e di opportunità. In Italia dobbiamo andare verso il futuro, bisogna sfruttare al meglio sole, vento e biomasse a filiera corta e proprio per la Toscana vogliamo un new deal energetico, realizzare il piano energetico regionale ed arrivare al 50% di rinnovabili, ricontrattando il canone di utilizzo del nostro geotermico con Enel: con quei soldi finanzieremo i nostri distretti eolici e solari».

«Una vera follia per un’isola che probabilmente, vista la sua struttura geologica, non sarebbe nemmeno in grado di sostenere un bestione nucleare come le due centrali EPR che si stanno faticosamente cercando di costruire in Francia e Finlandia con il raddoppio dei costi previsti, il prolungamento dei tempi per ora di almeno tre anni ed infiniti incidenti e migliaia di violazioni delle norme di sicurezza. Certo – dice Umberto Mazzantini, responsabile Isole minori di Legambiente – qualcuno può trovare suggestivo blindare un’isola che è parco nazionale e Zona di protezione dell’Unione Europea con un carcere per poi sventrarla con una centrale nucleare con la sorveglianza militare già bella e pronta, meraviglia solo che qualcuno non abbia ancora pensato a un bel pozzo sull’isolotto della Scola per metterci le scorie super-radioattive dell’EPR, visto che alle miniere elbane dismesse di Calamita qualcuno ci aveva già pensato nel 2001. La verità è che questo sarebbe un colpo mortale non solo per l’ambiente unico di un pezzo di Mediterraneo rimasto integro, ma anche per l’intera economia turistica dell’Arcipelago Toscano e per l’immagine di tutta la Toscana. E’ quindi strano e preoccupante che qualche supporter filo-nucleare toscano del governo si spinga a dire che si tratta della solita “sindrome di Nimby” e che le energie rinnovabili sono un’arma spuntata. Se a qualcuno nel centro-destra toscano piace tanto il nucleare, la centrale se la può davvero fare davvero nel suo giardino, nel suo collegio elettorale – vedrà come saranno contenti i suoi elettori - ma lasci Pianosa e il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano fuori da questa pericolosa follia di un’energia vecchia, costosissima e sporca, che Barack Obama ha deciso di non finanziare più nemmeno con un dollaro e che invece gli italiani rischiano di finanziare a caro prezzo con le loro bollette».

Torna all'archivio