[02/03/2009] Parchi

Perché globicefali, delfini e capodogli si spiaggiano in Tasmania?

LIVORNO. Più di 140 globicefali (Globicephala melas) sono morti dopo che si erano spiaggiati domenica sera sulla costa Naracoopa, nelle King Island, a nord-ovest della Tasmania. Molti dei 200 abitanti dell’isola si sono dati da fare per salvare i mammiferi marini, coprendoli con coperte bagnate e cercando di mantenere umida la loro pelle. Il personale del Tasmanian wildlife e i volontari hanno approfittato dell’alta marea per rimorchiare a largo 15 globicefali, ma nonostante tutti i loro sforzi 140 “balene pilota” sono morte disidratate. Secondo quanto ha detto all’Abc, Shelley Davison, di Parks and Wildlife, «No è certo se i cetacei si salveranno con il loro ritorno in mare aperto. È ancor troppo presto per dirlo, ma è stato un giorno molto, molto positivo».

Il Council general manager delle King Island, Andrew Wardlaw, in un’intervista al giornale Hobart Mercury ha detto sulla scena dello spiaggiamento di massa dei cetacei: «Un groviglio di corpi. Ma la mobilitazione della comunità ha salvato le balene pilota superstiti tenendole vive con secchiate d’acqua ed altri mezzi». Quello che ha sconvolto i soccorritori sono stati soprattutto i lamenti di agonia dei globicefali. I soccorritori hanno utilizzato anche escavatori per creare canali per portare i globicefali al largo o per realizzare “piscine” dove tenerli in acqua. Purtroppo uno dei cuccioli salvati è ritornato quasi subito dalla madre ormai agonizzante.

Chris Arthur del Parks and Wildlife Service della Tasmania, «Non è comune che globicefali e delfini si arenino simultaneamente». Infatti, insieme ai globicefali c’erano anche sei tursiopi (Tursiops truncatus). Si tratta dell’ultimo spiaggiamento di cetacei di una lunga serie in Australia: a gennaio 48 capodogli (Physeter macrocephalus) si sono arenati nell’isola di Perkins e sono morti tutti dopo una straziante agonia e vani tentativi di salvarli. Si è tratto del più grande spiaggiamento di capodogli in Tasmania dopo quello del 1998 quando 66 di questi grandi cetacei si arenarono nella Ocean Beach vicino a Strahan. Solo tre mesi fa, 155 globicefali sono andati a morire nella spiaggia di Sandy Cape sulla West Coast, altri 32 sono stati salvati da un pescatore che ha messo a disposizione la sua barca ad esperti di cetacei che la hanno utilizzata come “un capo-branco” in mare.

Solo una settimana fa, 64 femmine e cuccioli di globicefali si erano arenati sulla Anthonys Beach a Stanley, solo 11 sono stati salvati e 5 di loro sono stati dotati di Satellite trackers per capire i loro movimenti e magari riuscire a comprendere le cause di questi “suicidi di massa”: circa 70 spiaggiamenti solo in Tasmania, con 3.000 animali interessati. I ricercatori del dell’Australian commonwealth scientific and industrial research organisation (Csiro) e dell’università della Tasmania mettono in collegamento i picchi degli spiaggiamenti anche con un ciclo di venti che porta più prede. Quello che però è evidente è che la Tasmania è un “hotspot” mondiale di tutte le cause conosciute degli spiaggiamenti di cetacei.

Nell’ottobre 2005 la Royal Australian Navy aveva promesso di evitare ogni operazione nelle aree di permanenza dei cetacei, dopo che un rapporto del dipartimento dell’ambiente aveva evidenziato che la causa della morte di 145 balene e delfini a Marion Bay sulla East Coast era stata i forti rumori sottomarini causati dai sonar e dalle attività dalle navi militari.

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