[02/03/2009] Consumo

Meno pesce per troppi pescherecci

LIVORNO. Secondo il rapporto "The State of World Fisheries and Aquaculture" (Sofia) La produzione ittica totale mondiale ha raggiunto il nuovo picco di 143.6 milioni di tonnellate nel 2006 (92 milioni di tonnellate dalla pesca di cattura, 51.7 milioni di tonnellate dall´acquacoltura). Di queste, 110.4 milioni di tonnellate sono state destinate al consumo umano mentre le restanti sono state impiegate in usi non alimentari (alimentazione animale, farina di pesce per l´acquacoltura)».

La produzione ittica è aumentata solo grazie all´acquacoltura, che ormai copre il 47% di tutto il pesce consumato dagli esseri umani, la pesca in mare e nei fiumi è invece rimasta stabile ed è improbabile, visto l’assottigliarsi degli stock ittici selvatici, che possa aumentare. Una situazione sempre più grave: secondo la Fao, il 19% dei principali stock ittici commerciali di mare aperto sono sfruttati in eccesso, l´8% sono depauperati e l´1% è in fase di recupero da una situazione di totale depauperamento. «Circa metà (il 52%) è classificato come pienamente sfruttato e le relative operazioni di cattura sono vicine al loro livello massimo di sfruttamento giudicato sostenibile – si legge nel rapporto - il 20% degli stock è invece classificato come moderatamente sfruttato o sotto-sfruttato».

Le aree più sfruttate sono l´Atlantico nord-orientale, l´Oceano Indiano occidentale e il Pacifico nord-occidentale. Secondo il rapporto Sofia la colpa di questo disastro economico-ambientale è soprattutto della sovra-capacità di pesca, cioè un eccesso di pescherecci unito a tecniche di pesca sempre più efficienti per rispondere ad una domanda crescente. Un problema conosciuto ma che difficilmente gli Stati riescono a regolamentare: «ci sono stati solo modesti miglioramenti per quanto riguarda l´adozione diffusa di approcci precauzionali ed ecologici alla pesca, l´eliminazione delle catture accidentali e degli scarti, la regolamentazione della pesca con reti a strascico, il controllo della caccia degli squali e la lotta alla pesca illegale», dice il rapporto Fao.

La flotta peschereccia motorizzata mondiale ha raggiunto i 2 milioni e 100 mila imbarcazioni, la stragrande maggioranza delle quali (90%) è inferiore ai 12 metri di lunghezza. I veri predatori dei mari sono i circa 23 mila pescherecci "industriali" di grande stazza e che pescano anche lontani dai porti di partenza. «La nazionalità di molte migliaia di esse è sconosciuta – dice il rapporto - e questa categoria "sconosciuta" è aumentata negli ultimi anni nonostante gli sforzi condotti a livello mondiale per eliminare la pesca illegale».

Dei capitoli di Sofia riguardano la sicurezza sul lavoro degli addetti al settore ittico, gli schemi di certificazione dei prodotti ittici, le risorse genetiche marine, la pesca dei gamberi, l´utilizzo delle risorse ittiche di alto mare e il mangime per l´acquacoltura. Il rapporto Fao fa anche un quadro chiaro dell´importanza della pesca e dell´acquacoltura per i Paesi in via di sviluppo. Circa 43 milioni e mezzo di persone dipendono economicamente, da attività di pesca o di acquacoltura. L’ 86% di loro vive in Asia. Altri 4 milioni sono impiegate occasionalmente. Se si prendono in considerazione i settori della lavorazione, della commercializzazione e dei servizi legati ai prodotti ittici, e si aggiungono le famiglie di tutti coloro che lavorano direttamente o indirettamente nelle attività di pesca e di acquacoltura, oltre mezzo miliardo di persone nel mondo dipende dal settore ittico.

Per oltre 2,9 miliardi di persone il pesce rappresenta almeno il 15% del loro consumo medio pro-capite annuale di proteine animali. Nei piccoli Stati insulari ed in Paesi in via di sviluppo come il Bangladesh, la Cambogia, la Guinea Equatoriale, la Guinea Francese, il Gambia, il Ghana, l´Indonesia e la Sierra Leone, pesce ed altri prodotti del mare contribuiscono almeno il 50% del consumo totale di proteine animali. Le esportazioni di prodotti ittici sono vitali per molti Paesi poveri, la Fa calcola che i redditi derivati da queste attività siano 24,6 milioni di dollari l´anno.

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