[02/03/2009] Comunicati

Guinea Bissau: colpo di Stato con omicidio nella clepto-democrazia

LIVORNO. Non si può certo dire che fosse un esempio di democrazia, ma il presidente della Guinea Bissau, Joao Bernardo Vieira detto "Nino” (Nella foto), ne aveva passate e fatte passare così tante che forse non si aspettava di essere ucciso stanotte nella sua residenza presidenziale di Bissau da un colpo di mano militare, come rappresaglia ad un attentato dinamitardo che domenica sera era costato la vita al Capo di stato maggiore dell’esercito Tagmé Na Waié. .

Il presidente dell’ex colonia portoghese, uno degli Stato più poveri e disgraziati del mondo e che nasconde immense ricchezze minerarie, è stato ammazzato come un cane, il portavoce dell’esercito, il capitano di fregata Zamora Induta, ha detto all´Agence France Presse: «Il presidente Vieira è stato ucciso dall’esercito al momento che ha tentato di fuggire dalla sua abitazione attaccata da un gruppo di militari vicini al Capo di stato maggiore Tagmé Na Waié, è stato ucciso questa mattina, verso le ore 4, 00. Nino è uno dei principali responsabili della morte di Tagmé».

Vieira ha provato a scappare ma, come spiega impietoso Induta, «è stato colpito da proiettili sparati dai militari». Nessuno sa che fine ha fatto la moglie del presidente della Guinea Bissau. L’esercito ha portato a termine l’ennesimo colpo di Stato, l’ultimo dopo quello nella confinante e quasi omonima Guinea Konacry, occupando l’aeroporto e prendendo il controllo delle principali vie della capitale Bissau.

Il 23 novembre del 2008 Vieira era già scampato ad un attentato organizzato da un gruppo di militari capeggiato da Alexandre Tcham Yala, e in molti pensavano che avesse ormai i giorni contati. Secondo Induta «Morto Nino Vieira, il Paese può ormai decollare. Secondo lui, ora il Paese prende il via. Questo uomo ha bloccato tutti gli slanci in questo piccolo paese».

Vieira, diventa così un comodo e facile capro espiatorio per un esercito che lo aveva quasi sempre sorretto sulle punte delle baionette per 23 anni di fila dopo l’indipendenza dal Portogallo, che poi, dopo una serie di deboli governi “democratici” uccisi in culla dai militari, avevano accettato la sua rielezione nel 2005, nove anni dopo una guerra civile insensata, iniziata nel 1999 con il colpo di stato militare capeggiato dal defunto generale Ansoumana Mané, proprio per estromettere Vieira dal potere conquistato dopo la lotta di liberazione del Partito africano dell´indipendenza della Guinea-Bissau e delle Isole di Capo Verde (isole che poi sono diventate indipendenti nel 1981).

L’eroica lotta di liberazione progressista del Paigc, che dette l’indipendenza al Paese nel 1973, è finita in una interminabile dittatura che, scordati gli ideali marxisti di Amilcar Cabral, ha svenduto il Paese e le sue risorse (petrolio, bauxite, fosfati, anacardi ed altri prodotti agricoli) e ridotto un intero popolo in povertà.

La Guinea Bissau era ormai sia una clepto-democrazia che un narco-Stato, dove ogni traffico illegale era consentito, dalla droga proveniente dal Sudamerica alle armi, dalla tratta di esseri umani a quella dei diamanti insanguinati. Traffici illegali con i quali sono diventati ricchissimi sia Vieira che i vertici militari che oggi fanno i moralizzatori. Difficilmente sarà l’ennesimo colpo di Stato a restituire ai guineani dignità, libertà ed indipendenza, anche se i golpisti dicono che entro tre mesi restituiranno il potere ai civili (naturalmente sempre pronti a riprenderselo se qualcuno pesterà i loro scarponi chiodati).

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