[03/03/2009] Energia

ElBaradei e le spine del nucleare, dalla sicurezza al nodo siro-iraniano

LIVORNO. Il direttore generale dell´International atomic energy agency (Iaea), Mohamed ElBaradei ha aperto ieri a Vienna un preoccupato Board of governors meeting dell’agenzia con un’agenda fitta di problemi mai risolti: sicurezza nucleare e sicurezza degli impianti, applicazioni nucleari, verifica della non proliferazione atomica, programma e bilancio.

Per quanto riguarda la sicurezza nucleare e la sicurezza degli impianti, ElBaradei si è mostrato molto meno ottimista ed entusiasta di capi di leader politici come Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi e ha detto che «molto lavoro deve ancora essere fatto per rafforzare la sicurezza del nucleare e la sicurezza in tutto il mondo. L’Iaea deve concentrarsi sul miglioramento dell’Incident and emergency centre per potenziare la sua capacità di risposta agli incidenti, e fornire un sostegno più efficace agli Stati membri, in particolare per i nuovi operatori di centrali nucleari».

Comunque nonostante l’insicurezza riconosciuta, le aspettative di un´espansione dell’energia nucleare continuano a crescere, soprattutto in Cina e Russia, con l’Asia che rimane al centro della costruzione e della richiesta di nuove centrali. Secondo ElBaradei «La fine delle restrizioni al commercio nucleare dovrebbe consentire all’India di accelerare il suo progetto di espansione del nucleare».

Il direttore dell’Iaea ha poi delineato piani multinazionali “non-political”, con meccanismi per assicurare l´accesso per tutti i Paesi al combustibile nucleare ed alla tecnologia dei reattori ed ha diffuso, su richiesta della delegazione russa, la proposta di una riserva internazionale di uranio scarsamente arricchito che potrebbe essere utilizzata da tutti i membri dell’Iaea e che prevede assicurazioni per le licenze di esportazione e copre tutti i costi a lungo termine. Una specie di polizza-banca peer la carenza di materia prima annunciata e per dare allo Stato-mercato russo licenza di commerciare ovunque e comunque, evitando gli scarsi ma fastidiosi vincoli che oggi è costretto ad ignorare con vari sotterfugi.

ElBaradei ha anche segnalato che la Nuclear threat initiative ha offerto 50 milioni di dollari per realizzare una riserva di low enriched uranium, finanziamento che si andrà ad aggiungere agli altri 100 milioni disponibili da parte di altri. Finora hanno promesso contributi gli Usa (50 milioni di dollari), l´Unione europea (25 milioni di euro) la Norvegia (5 milioni di dollari), gli Emirati Arabi Uniti (10 milioni).

«Lo scenario ideale sarebbe quello di iniziare con una banca del combustibile nucleare sotto egida dell´Iaea. Il passo successivo sarebbe un accordo su tutte le nuove attività di attività di arricchimento e ritrattamento che dovrebbero essere poste esclusivamente sotto controllo multilaterale, seguita poi da un accordo per convertire tutte le strutture di controllo esistenti da nazionali a multilaterali».

A preoccupare molto è la non proliferazione nucleare. I “cattivi” sono ancora una volta individuati nell’Iran e nella Siria. Secondo ElBaradei, «L´Iran non ha sospeso le sue attività connesse all’arricchimento, o il suo lavoro su progetti relativi all’acqua pesante. L’Iran non ha attuato il protocollo aggiuntivo. L’Iran non ha consentito all´Agenzia di attuare la richiesta di verifica di informazioni presso il reattore IR-40 attualmente in costruzione. Tale accesso, insieme al campionamento della distruzione e del recupero delle attrezzature e delle scorie, è essenziale per l´Agenzia per completare la sua valutazione».

ElBaradei ha anche segnalato progressi per quanto riguarda l’indagine sulla distruzione del sito di Dair Alzour, Siria: «Garantire l´accesso ad altre località che si presume siano collegate a Dair Alzour sarebbe un segno di trasparenza della Siria». L’Iaea chiede che sia permesso ai suoi esperti l’accesso al sito bombardato nel 2007 da Israele, per capire l’origine delle particelle radioattive trovate nell’area.

Damasco però continua a negare la progettazione di armi nucleari e spiega che l’impianto bombardato era solo un centro militare misto e non una centrale nucleare camuffata, come continuano a sostenere Israele e gli Usa. Quel che è certo è che i tecnici dell’Iaea hanno trovato «uranio artificiale».

El-Baradei ha chiesto alla Siria ed all’Iran di cooperare con l’Iaea per la verifica dei loro programmi nucleari e per dissipare ogni dubbio, ma sulla questione nucleare iraniana l’Agenzia nucleare dell’Onu «non è stata in grado di fare il minimo progresso a causa di un’assenza di cooperazione da parte dell’Iran. Fino ad oggi, non possiamo decidere se il programma nucleare iraniano abbia degli obiettivi militari».

Il direttore dell’Iaea ha criticato Teheran per il suo rifiuto ad applicare le risoluzioni Onu e per aver proseguito nell’arricchimento dell’uranio, ottenendo in due anni una riserva di oltre mille chilogrammi di uranio debolmente arricchito. «Tuttavia – ha detto ElBaradei - l´attività di arricchimento è stata condotta sotto la supervisione dell’Iaea».

Per le applicazioni nucleari in campo medico, ElBaradei ha sottolineato la necessità di una maggiore cooperazione internazionale per assicurare la stabilità delle forniture di un importante isotopo medico, il molibdeno-99, per soddisfare la domanda crescente in tutto il mondo ed ha annunciato che «Sarà firmato a breve un accordo tra l’Iaea e l´Organizzazione mondiale della sanità per un nuovo programma comune di controllo sul cancro».

Sembra anche scongiurata l’interruzione del contestato progetto “Joint Fao/Iaea Division of nuclear techniques in food and agricolture” che verrà «riconosciuto come indispensabile dai nostri omologhi a Roma e proseguirà».

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