[03/03/2009] Parchi

Protezione del mare e delle coste, qualcosa si muove in Africa Occidentale

LIVORNO. L’avvio del progetto “Adaptation aux changements climatiques côtiers” (Accc) è stato al centro di un incontro terminato oggi a Nouakchott, la capitale della Mauritania. Secondo l’agenzia Apa, «Questo incontro punta ad elaborare ed a rafforzare l’adattamento degli ecosistemi ai cambiamenti climatici costieri nei 5 Paesi dell’Africa occidentale inseriti nel progetto Accc, cioè Mauritania, Senegal, Guina, Gambia e Capo Verde».

Il progetto mira a favorire la trasformazione del litorale in questa zona nelle sue dimensioni umane, il tutto all’interno di un quadro di gestione integrata della costa. L’incontro, voluto dal ministro dello sviluppo sostenibile della Mauritania e sostenuto dal Programma Onu per lo sviluppo, Fondo mondiale per l’ambiente e dall’Unesco, secondo il ministro Mohamed Ould Ahmed Salem Ould Cheikh, «permetterà, in Mauritania, di lavorare alla ricostruzione dell’ecosistema e della biodiversità di una parte del cordone dunale di Nouakchott» permettendo di mettere in sicurezza la città dalle onde del mare. La poverissima Mauritania investirà in questo progetto 573.200 dollari.

Poco più a sud, nella capitale del Senegal Dakar, il ministro senegalese dell’economia marittima, Souleymane Ndéné Ndiaye, ha chiesto agli Stati membri della Commission sous-régionale des pêches (Csrp) di prendere coscienza della necessità di pianificare attività nel settore della pesca che tengano conto della sostenibilità.

Ndéné Ndiaye ha ricordato ai suoi colleghi di Mauritania, Gambia, Guinea Bissa, Guinea e Sierra Leone, che nel passato le licenze di pesca sono state distribuite senza alcun criterio «senza che questo venisse accompagnato da politiche di gestione. Questo ha avuto soprattutto come conseguenza una rarefazione delle risorse ed una degradazione dell’ambiente». Un rapporto presentato al summit di Dakar ricorda l´importanza della pesca per i Paesi membri del Csrp e per la creazione di posti di lavoro, con un notevole contributo al non certo florido prodotto interno lordo degli Stati aderenti.

Il rafforzamento della sicurezza alimentare è stata al centro dell’incontro dei ministri del Csrp, una sicurezza che una popolazione in crescita e in gran parte povera può trovare solo attraverso una pesca responsabile e sviluppando le finalità che si è data fin dalla sua fondazione nel 1985, la Commission sous-régionale des pêches, attraverso un quadro di concertazione e la messa in opera di un programma di interessi comune nel settore della pesca. Buoni propositi che però devono fare i conti con l’aggressiva attività della pesca industriale internazionale, che spesso sconfina abusivamente lungo le coste africane, approfittando della carenza di controlli e della corruzione dilagante in alcuni Paesi, e distrugge risorse ittiche ed ambientali indispensabili per il sostentamento di intere comunità costiere dipendenti dalla piccola pesca artigianale.

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