
[04/03/2009] Acqua
FIRENZE. Mentre per la prossima estate nel nostro Paese, secondo previsioni ottimistiche, non si dovrebbero toccare punte estreme di vera emergenza idrica considerato che tra il novembre 2008 e gennaio 2009 si è sfiorato il record assoluto per piovosità (secondo posto nei periodi corrispondenti degli ultimi 208 anni, secondo i dati dell´Istituto di scienze dell´atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, Isac-Cnr), considerando il pianeta nel suo complesso e guardando avanti nel tempo, la situazione invece non è affatto rosea. A ricordarcelo per l’ennesima volta è la Fao per voce del responsabile del settore per la gestione delle risorse idriche e presidente di turno dell´organismo Onu ´Un Water´ Pasquale Steduto:
«Nel 2050 due miliardi di persone resteranno senza acqua e due terzi della popolazione mondiale si troverà ad affrontare una situazione di forte scarsità». La previsione, fondata su analisi di dati scientifici, è stata fatta nell´ambito di un incontro tematico organizzato dall´Accademia dei Georgofili a Firenze.
«Fino al 2030 - ha continuato Steduto - la crescita della domanda viaggerà a ritmi doppi rispetto al tasso di crescita della popolazione. Se ne deduce che uno dei principali problemi con cui dovremo fare i conti sarà l´amministrazione responsabile, efficiente ed equa delle risorse idriche a disposizione». Ma per la Fao esistono «già oggi le capacità per far fronte a questa scarsità: tecniche più produttive in agricoltura, che incide per circa il 70% sull´intera quantità prelevata da falde acquifere, riciclaggio, de-salinizzazione delle acque salmastre, riduzione degli sprechi e dei consumi di lusso».
Che siano a disposizione mezzi e capacità tecniche almeno per mitigare fortemente questa tendenza, è fuor di dubbio. Sono invece due gli aspetti critici: uno attiene alla capacità gestionale della risorsa e alla qualità del controllo. L’altro invece attiene alla politica e al modello di sviluppo. Anche nel nostro paese (Toscana compresa ovviamente) a fronte di una buona pianificazione si stenta poi nella fase applicativa. E sul territorio molti sindaci continuano ad urbanizzare a prescindere dalle risorse disponibili, tanto poi è l’Ato e il gestore che devono far arrivare l’acqua. Alla faccia della sostenibilità.