[04/03/2009] Urbanistica

Sentenza Tav Mugello: i commenti del giorno dopo

LIVORNO. Continuano anche oggi i commenti e le prese di posizione all’indomani della sentenza del Tribunale di Firenze sui danni ambientali in Mugello. Per i Verdi della Toscana e della Provincia di Firenze è necessario lanciare un appello «alle istituzioni del governo locale e regionale, oltreché agli enti di controllo preposti, affinché questa vicenda possa almeno servire a non ripetere più questi disastri nella realizzazione delle grandi opere previste nel nostro territorio».In particolare Mauro Romanelli, portavoce dei Verdi della Toscana, insieme a Tommaso Grassi e Annalisa Pratesi, portavoce Provinciali di Firenze chiedono di «fare accurate valutazioni ambientali e strategiche, spendere adeguate risorse nei monitoraggi periodici, dare piena autonomia e adeguati strumenti agli enti di controllo come l’Arpat o l’Osservatorio Ambientale Nazionale, sono scelte lungimiranti che evitano disastri e costi economici, ecologici , a volte anche umani (si pensi ai morti nei cantieri Tav), molto superiori alle cifre appunto investite nella prevenzione».
«Ora è necessario guardare avanti, alle opere in corso – continuano i tre esponenti Verdi - il sottottraversamento di Firenze, che vede un valutazione di impatto idrogeologico datata 1998 e un allarme sulla stabilità degli edifici nella zona Cure/Viale dei Mille, la variante di valico dell’autostrada con la discutibile operazione della megastazione di servizio di Bellosguardo presso Barberino di Mugello, la terza corsia con gli smottamenti nella zona di Giogoli, la stessa tramvia con i troppi abbattimenti ingiustificati di alberi e le irregolarità attestate dall’Arpat e inascoltate dal Comune di Firenze circa l’emissione di rumori e polveri».

Ancora più diretta il leader di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo: «La cosa più grave è che oggi gli stessi meccanismi approssimativi nelle previsioni, disastrosi nell’applicazione, ma precisi nel garantire il profitto ai privati, sono stati attivati per l’inutile e dannoso progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze dagli stessi protagonisti del disastro Mugello. Si replica: il potere politico è unito a quello economico che persegue i suoi obiettivi senza badare agli interessi di un´intera città. Nessun dubbio, nessuna riflessione, l’arroganza di Regione Toscana, Comune e Provincia di Firenze è di una gravità assoluta.
L’assessore regionale Riccardo Conti (affiancato fino a pochi mesi fa dal dimissionario assessore comunale Gianni Biagi, che guarda caso era al tempo il dirigente regionale che ha gestito l’avvio della tratta Alta Velocità Firenze Bologna e oggi è indagato per corruzione in atti urbanistici), dovrebbe invece fermarsi a riflettere. Il tunnel sotto Firenze è enormemente costoso, molto pericoloso (e vediamo gli effetti di una pericolosità non considerata), e del tutto inutile. La politica, se è amministrazione del bene pubblico, non può permettere anche questo scempio».

Per il consigliere regionale di Forza Italia Paolo Marcheschi «I 150 milioni di euro di risarcimento riconosciuti al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Toscana e alla Provincia di Firenze devono essere gestiti in maniera intelligente e ridistribuiti sul territorio del Mugello, per andare a risarcire, anche se solo parzialmente visti i danni subiti, le tante ferite inferte al territorio mugellano e ai cittadini che in questa vicenda hanno subito sia l’incapacità di controllo da parte delle amministrazioni locali di vigilare e tutelare il territorio sia il mancato risarcimento diretto ai privati.
Rimango perplesso in merito alla sentenza se penso che il danneggiamento dei corsi d’acqua e dei pozzi privati non sono stati riconosciuti come danneggiati.
Inoltre – conclude Marcheschi - il disastro ambientale nel Mugello deve far ripensare Domenici, Renzi e Martini sugli accordi presi e firmati in merito al sottoattraversamento fiorentino della Tav.
Se infatti a causa di imperizie sulla progettazione , di tecniche di scavo approssimative è stato recato un danno ambientale come questo del Mugello in una zona completamente priva di segni di urbanizzazione (senza né palazzi, né condomini), possiamo solo immaginare cosa sarebbe potuto succedere in una zona ad alta intensità abitativa come Firenze».

Infine l’associazione ambientalista Idra sottolinea che «nel gigantesco depauperamento di risorse idriche all’Appennino provocato dalla progettazione e/o dall’esecuzione della “grande opera” il giudice non ha ravvisato il dolo. Attendiamo di leggere le motivazioni del provvedimento: ma il fatto rimane confermato e documentato in tutta la sua nuda drammaticità, e contestabile dunque in sede civile. Altrettanto evidente e documentato resta, nelle sfaccettature passate in rassegna dalle requisitorie dei Pubblici ministeri, il tipo di ruolo giocato dalle Amministrazioni pubbliche. A disegnare un bilancio finale – peraltro ancora provvisorio – di desolante sconfitta per le risorse naturali, l’erario, la stessa credibilità delle istituzioni. Come non bastasse, a questo quadro si aggiunge un dettaglio che suona persino beffardo: “il General Contractor ha avanzato in via precauzionale – leggiamo nell’”Indagine relativa agli interventi gestiti da TAV S.p.A.” pubblicata il 19.12.’07 dall’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture - rilevanti richieste risarcitorie in relazione al procedimento presso il Tribunale Penale di Firenze”! Un circostanza della quale varrà certo la pena di seguire l’iter...
Agli occhi dell’associazione Idra, parte civile nel processo conclusosi ieri e destinataria di una quota parte dei risarcimenti fissati dal giudice, la sentenza dimostra in ogni caso quanto abbia manifestato ormai fin troppo chiaramente la propria inadeguatezza la classe politica sotto i cui occhi un territorio così prezioso è rimasto profondamente segnato dalle conseguenze della cantierizzazione TAV. Urgono idee e comportamenti nuovi».

Torna all'archivio