[15/05/2006] Consumo

Il presidente della Confederazione agricoltori: la Pac non si tocca

PORDENONE. Per Giuseppe Politi, presidente nazionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) «il mantenimento della Politica agricola comune (Pac) e la sua dotazione finanziaria vanno difesi con la massima determinazione». «Occorre tutelare la presenza diffusa delle imprese agricole sul territorio. La Pac è attualmente sottoposta – ha sottolineato Politi – ad attacchi concentrici tesi a ridurre drasticamente le risorse e gli interventi a sostegno dell’attività degli agricoltori. Attacchi che rischiano di compromettere le stesse possibilità di sviluppo. Ecco perché vanno respinti con la massima fermezza. Va riaffermata la netta contrarietà alla parziale rinazionalizzazione delle spese per gli aiuti diretti. Comunque, la Pac, che con la riforma del 2003 ha chiuso una fase storica dovrà necessariamente riorientare la propria missione dal sostegno dell’esistente, con finalità prevalentemente di conservazione, a sostegno degli obiettivi di crescita e di sviluppo delle imprese e del territorio rurale».

In pratica, secondo il presidente della Cia, la Pac dovrà sempre più sostenere i comportamenti tesi allo sviluppo e all’innovazione. Le erogazioni non dovranno essere più valutate solo in base alla quantità, ma in base alla qualità. Politi ha sottolineato anche che c’è bisogno di più coraggio nell’Ue: «Sulle strategie per la crescita – ha detto – non ci si può limitare ad indicare obiettivi. Il costo totale del programma italiano Agenda di Lisbona è stimato in 46,5 miliardi di euro, in gran parte, 70 per cento, destinato ad infrastrutture. Poco meno di un terzo del fabbisogno (13 miliardi di euro) è condizionato alle maggiori entrate derivanti dalla vendita di patrimonio pubblico. E’ difficile che, in queste condizioni, gli obiettivi di Lisbona siano considerati vincolanti per i governi. L’Unione europea deve diventare un più attivo soggetto politico, dotato di una capacità di proporre e finanziare con risorse proprie i grandi investimenti sovranazionali per le reti europee, la ricerca e l’innovazione».

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